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Politica

L'Italia per i corridoi turistici per riattivare i flussi con la Cina

La profondità delle perdite indica dal 1° gennaio al 26 aprile, un dato complessivo del 63,4% rispetto allo stesso periodo del 2019. Nell'anno italo-cinese della cultura e de turismo le diminuzioni più evidenti sono proprio quelle dalla Repubblica popolare. (-77,4%)


14/05/2020 10:53

di Mauro Romano - Class Editori

Cina

Corrido turistici con la Cina, ma anche con la Russia e la Germania. E' questa la proposta allo studio dei ministeri degli Esteri e della Cultura per far ripartire il settore, tra i più danneggiati dall'epidemia di coronavirus. Il turismo e le attività connesse contano infatti per circa il 13% del pil nazionale. 

"Stiamo elaborando un piano estivo che permetta ai cittadini di trascorrere in sicurezza le vacanze, ma che dia anche la possibilità a turisti provenienti da altri Stati di arrivare, sempre in sicurezza, in Italia per godersi le nostre meraviglie e dare ossigeno alla nostra economia", ha ribadito il titolare della Farnesina, Luigi Di Maio. 
Nel decreto cosiddetto Rilancio, varato dal Consiglio dei ministri mercoledì 13 maggio, assieme a una serie di misure a sostegno delle aziende del settore e incentivi per le famiglie intenzionate a trascorrere le vacanze nella penisola è previsto anche una dotazione di 20 milioni per istituire un Fondo per la promozione del turismo in Italia.

L'ultimo bollettino dell'Enit, l'ente nazionale per il turismo, segnala una profonda diminuzione delle prenotazioni dal 27 aprile al 7 giugno pari al -88%, ancora connesse alla variazione negativa della Cina (-98,4%) e a ruota tutti gli altri mercati stranieri, con in coda il dato della Germania (-80,7%). 
Nel monitoraggio settimanale sull’Italia, alla settima settimana di osservazione sull’andamento degli arrivi aeroportuali nel 2020, la profondità delle perdite indica dal 1° gennaio al 26 aprile, un dato complessivo del 63,4% rispetto allo stesso periodo del 2019, si legge ancora nel documento. Le diminuzioni più evidenti sono quelle relative al mercato cinese che scende del -77,4% (valore massimo) e dagli USA (-71,7%), contro il calo inferiore del -54,5% registrato dalla Russia.

Detto ciò il Paese continua a godere di un buon sentiment. Ed è su questo che gli operatori e le istituzioni intendono fare leva. Tanto più nell'anno del turismo e della cultura tra Italia e Cina, ironia della sorte inaugurato pochi giorni prima del lockdown annunciato dalla Repubblica popolare per contenere Covid-19.  Per il 2020 l'Italia puntava quindi a un ulteriore +12% in termini di arrivi e pernottamenti. Lo scorso anno d'altra parte  si era registrata una  crescita dei flussi turistici da oltre Muraglia. Secondo i dati Istat elaborati da Enit un +16% degli arrivi aeroportuali con soggiorni prevalentemente dalle 9 alle 13 notti per 2 o 3 persone, un aumento in linea con l’incremento dei viaggiatori, che nel 2018 è cresciuto del +15,5% rispetto al 2017.

Adesso, come sottolineato dall'ambasciatore italiano a Pechino, Luca Ferrari, le istituzioni stanno lavorando con le autorità cinesi "per spostare in avanti di uno o due anni quanto era stato programmato, tenendo conto dell’evoluzione che potrà avere il turismo internazionale su base culturale nel dopo pandemia". (riproduzione riservata)


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