La Cina ha annunciato che avvierà un processo per applicare unilateralmente le leggi sulla sicurezza nazionale a Hong Kong, aumentando la posta in gioco nello scontro con gli attivisti per la democrazia le cui proteste hanno scosso la città l'anno scorso.
Un portavoce dell'assemblea legislativa cinese, Zhang Yesui, ha detto che i legislatori delibereranno un progetto di risoluzione per consentire al Congresso nazionale di Pechino di elaborare una legislazione volta a fermare l'attività secessionista e sovversiva, le interferenze straniere e il terrorismo che si stanno diffondendo a Hong Kong.
È probabile che la mossa a sorpresa generi tensioni in una città in preda a un movimento antigovernativo e con un'economia in seria difficoltà. L'assemblea legislativa cinese, che inizierà domani la sua sessione annuale, dovrebbe approvare la risoluzione la prossima settimana.
Hong Kong è stata al centro di movimenti antigovernativi a partire dalla scorsa estate, a causa della forte influenza cinese sull'autogoverno della città. I manifestanti hanno urlato slogan e sventolato striscioni contro il Partito Comunista, suscitando le severe critiche di Pechino, mentre una piccola ma crescente fazione di manifestanti ha iniziato a chiedere l'indipendenza della città.
Pechino ha manifestato la necessità di arrivare a una legislazione sulla sicurezza nazionale per Hong Kong dalla fine dello scorso anno, quando il Comitato centrale governativo del Partito Comunista ha approvato piani per adeguare i meccanismi legali della città all'obiettivo di contenere la rivolta di una parte conistente della popolazione.
Secondo la Legge fondamentale di Hong Kong, una sorta di mini-Costituzione, la citta' dovrebbe emanare le proprie leggi per proteggere la sicurezza nazionale. Un tentativo in questo senso è fallito nel 2003, quando il Governo ha ritirato la proposta di legislazione anti-sovversione dopo aver affrontato proteste di massa. Le autorità locali non hanno presentato disegni di legge simili da allora.
L'ex colonia britannica è passata sotto il controllo cinese dal 1997 a condizione che gli fosse concesso un elevato grado di autonomia nel quadro "un Paese, due sistemi" fino al 2047.