Finisce 6 a 3 (quasi 4) il match Usa-Cina nella corsa alla leadership globale dell’economia. Almeno nelle previsioni dei top manager, gestori e finanzieri che hanno risposto al sondaggio di Milano Finanza su «Chi vincerà la guerra, per ora commerciale Usa-Cina»? Una guerra iniziata poco più di un anno fa da Donald Trump percependo la forte crescita della Cina e che il presidente americano combatte a suon di dazi, con inevitabile risposta da parte di Pechino, con tasse sempre più alte su una quantità sempre maggiore di prodotti.
Anche se la sfida non è ovviamente solo nei settori dove reciprocamente sono stati alzati i tassi, a luglio 2018 gli Stati Uniti incassavano con i dazi all’importazione 34 miliardi sui manufatti cinesi, ora questa cifra si è moltiplicata per più di dieci (360 miliardi) e l’aliquota è più che raddoppiata, dal 10% del settembre 2018 al 25% dello scorso maggio. In maniera speculare i dazi cinesi sui prodotti americani sono aumentati sia nel volume colpito, passato dai 16 miliardi di dollari dell’agosto 2016 ai 110 miliardi attuali, che nella aliquota imposta, allineata lo scorso giugno a quella Usa (dal 10% precedente).
E per fine anno sono previsti nuovi aggiornamenti al rialzo sia per la quantità dei manufatti colpiti che riguardo il carico fiscale che vi verrà apposto; sia da parte cinese che americana: una partita di ping pong violento di cui non si intravede la fine, anche se in vista delle elezioni nel 2020 Trump avrà bisogno presto di un accordo.
Infatti dietro questa guerra delle dogane si nasconde più e ben altro che il «Buy America» del presidente Usa e della levata di scudi di Pechino a difesa dei suoi interessi. In corso c’è una competizione vera, su scala globale, tra le due economie e sul potere nel mondo e questo sondaggio offre ai lettori di Milano Finanza il punto di vista di uomini di azienda e di finanza, che da angolazioni diverse e sulla scorta di esperienze anche dirette, hanno detto la loro su quali potranno essere gli esiti di questa battaglia. Una battaglia che non vede un vincitore netto ma che evidenzia il ruolo di leadership residuale degli Stati Uniti, che sono stati indicati in 6 settori su 12 come tuttora vincitori della competizione globale (vedere tabella in pagina). Può colpire che l’America sia indicata in vetta al podio nei settori più all’avanguardia: dall’hi-tech all’aerospazio, dal farmaceutico alle biotecnologie, e nella borsa e nella finanza. Eppure la Cina soffia agli Usa il podio nel cruciale settore delle tlc.
Nei settori più tradizionali, gli Usa la spuntano nell’agricoltura, con un 54% abbondante, mentre la Cina presidia l’acciaio, addirittura con l’80% del panel che la indica vincente nel comparto, e i cantieri (53%), trainati dalla Nuova Via della Seta ma non solo. Nell’ottica della competizione tra le due economie Pechino non si accreditata da alcun partecipante al sondaggio di avere chance di vincere la competizione né nell’aerospazio né nella finanza.
Ma forse la vera sorpresa è che tra i duellanti l’Europa si difende bene e sale sul podio in tre comparti sui 12 del sondaggio, a pari merito con Pechino, che però ne ha quasi 4 per il primato nella tecnologia legata alle tlc che potrà generare effetti dirompenti anche negli altri settori. (riproduzione riservata)