Se il lockdown shanghainese aveva impresso una sorta di ralenti non solo fisico ma soprattutto psicologico, in queste due settimane di riapertura lo spazio mentale ha riconquistato una rigenerata vivacità propensa allo spending revenge come era accaduto nell’estate del 2020 pur con qualche distinguo.
Il fenomeno infatti si è più amplificato e nello stesso tempo modificato in funzione di cambiamenti, per ora temporanei, ma che forse potrebbero permanere e radicarsi nelle abitudini della classe media.
Uno dei più eclatanti è la frequenza dei test sierologici obbligatori a Shanghai e Pechino e le limitazioni negli spostamenti interni che ne subordinano la permanenza a quarantene variabili nel tempo che comunque incidono su di un eventuale periodo di vacanza.
Infatti lo status di Shanghai è ancora di zona a medio rischio ed impone a coloro che desiderano allontanarsi un codice giallo che li obbliga alla quarantena come ad Hainan (tre giorni), di cui rimane il ricordo di una località non solo di amenità ma di shopping, dove, almeno fino al gennaio scorso, il trend di vendite di beni di largo consumo è stato sostenuto dalla zona franca.
I dati pubblicati dal Ministero del Turismo mostrano un calo del 13% rispetto al 2019 degli spostamenti durante l’ultimo ponte di vacanza di giugno del Dragon Boat Festival: solo 80 milioni di viaggi registrati.
Se qualcuno ha ambizioni turistiche fuori dai confini cinesi rimane confermata la chiusura delle frontiere sino al 2023, e nonostante settimanalmente la CAAC autorizzi qualche nuovo vettore aereo con destinazione estera, la regola riguarda un volo settimanale per singola destinazione e origine non per ragioni turistiche. Ed è quanto avvenuto per le tratte con l’Italia.
Che cosa rimane alla popolazione cinese che dall’abiura forzata del lockdown cerca di riscattarsi con acquisti prevalentemente online e che si sta orientando su vacanze di lunghi periodi vocati al campeggio con una maturata consapevolezza comportamentale green?
L’occasione del riscatto nel commercio online è stata la 618 Grand Promotion, un evento ormai alla sesta edizione ideato da JD.com, il secondo gruppo per transazioni effettuate di e-commerce in Cina che ha totalizzato nella sola giornata del 18 giugno un incasso di 56 miliardi di dollari, superiore al risultato di 51 miliardi dello scorso anno.
La composizione dei beni venduti indica che sono orientati a quella che potremmo definire una qualità olistica della vita più di tutela e prevenzione delle condizioni della persona che di comodità. La città di Shanghai si è posizionata seconda solo a Pechino.
«La società sta vincendo avendo incrementata la fiducia ed il supporto dai clienti, dai venditori, dai contadini e dai partner sia online che offline che hanno dimostrato un entusiasmo fuori dal comune per questa edizione di 618», ha commentato Lijun Xin, JD Retail’s ceo. Dopo i lockdown le persone probabilmente avevano necessità di acquistare purificatori di aria, condizionatori ad alta tecnologia, auto elettriche e prodotti agricoli di qualità quasi a voler dimenticare l’esperienza della vita coatta negli invalicabili appartamenti e compound con rifornimenti di cibo insufficienti e di bassa qualità.
Anche Pinduoduo, una delle maggiori piattaforme cinesi ha confermato il raddoppio delle vendite nel periodo 23 maggio-20 giugno con prodotti per la casa e per il corpo. Questa giornata di acquisti compulsivi va letta come momento di passaggio forse ad una razionalità dell’acquisto piuttosto che l’acquisto fine a se stesso.
Jamie Chen, analista e consulente di Third Bridge, una delle società attente al trend dei consumi, ha osservato che «con la diminuzione delle restrizioni a Shanghai i nostri esperti sono ottimisti riguardo la crescita anno su anno del GMV (volume delle vendite al dettaglio). In ogni caso il potere di acquisto dei consumatori rimane debole nel corso di questo anno eccetto per la new generation che ha una buona capacità di riconoscere i brand cinesi ma anche per loro il potere di acquisto non è consistente».
Si spiega allora il desiderio di affrontare periodi di vacanza fuori da circuiti ormai codificati ma nello stesso tempo ancora subordinati a regole ferree piuttosto che di riscoprire un contatto con la natura sempre più vituperata e non valutata per ciò che effettivamente può offrire.
Per completezza di informazione va anche annotato che la ristorazione è ancora vincolata al solo asporto e probabilmente dal prossimo mese sarà possibile consumare all’interno dei locali.
Ancora regole ferree che potrebbero mitigarsi con l’arrivo di un nuovo vaccino che come è stato propagandato ha un effetto quattro volte superiore ai precedenti di Sinovac e Sinopharm. Ciò potrebbe preludere ad una sorta di maggiore mobilità anche se il PCR, Polymerase chain reaction test, il foglio di via oggi per gli spostamenti e addirittura la comprova dello status del cittadino, è obbligatorio ogni sette giorni anche per chi sta in casa, invece delle normali 48 ore.
In questo coacervo di incertezza normativa è veramente difficile prevedere cosa succederà a fine agosto quando dovranno riaprire le strutture scolastiche di ogni ordine e grado e quale potrebbe essere una nuova eventuale recrudescenza se si continuerà ad utilizzare lo strumento del lockdown e a non dare la giusta importanza alla vaccinazione con il nuovo vaccino, soprattutto alla popolazione over sessanta.
La domanda che sorge quale conseguenza a questo nuovo atteggiamento comportamentale è se a differenza dell’estate di due anni fa si assiste ad una rigenerazione del modello di vita rispetto alla “joie de vivre” del passato. Sembra predominare un'incertezza avviluppata ad una normalità che in Cina sino allo tsunami del lockdown non era mai stata presa in considerazione. (riproduzione riservata)
*managing director a Shanghai di Savino Del Bene, azienda di trasporti internazionali e logistica. Vive e lavora in Cina da oltre 25 anni