Il 50° anniversario delle relazioni diplomatiche fra Italia e Cina è lo spunto per una riflessione sulle relazioni commerciali tra i due Paesi. L’avvio delle relazioni diplomatiche fra Italia e Cina e l’ingresso della Repubblica Popolare Cinese nel Wto sono state pietre miliari di questo percorso. Fondamentale è stato il ruolo di Ice, con l’apertura dell’Ufficio di Pechino nel 1966, che gli studiosi di quegli anni sottolineano abbia favorito il dialogo che si risolse con l’avvio di relazioni diplomatiche nel 1970. Oggi l’interscambio fra i due Paesi è pari a 44,6 miliardi di euro a fronte di un interscambio totale di 4.000 miliardi di euro della Cina. Le esportazioni dall’Italia verso la Cina sono passate dall’equivalente di 19 milioni nel 1971 a circa 13 miliardi di euro nel 2019 e la Cina è il nono mercato di sbocco per l’export italiano.
I consumatori cinesi amano il bello e ben fatto italiano come sinonimo di uno stile di vita cui ambiscono. La conferma è arrivata in occasione di ognuna delle 250 iniziative che lo scorso anno Ice ha svolto in Cina; con l’auspicio che si possa presto tornare, combinando fisico e digitale, a intense azioni dirette. Le imprese possono contare sui quattro Uffici Ice in Cina e, come sanno, i servizi di base degli uffici esteri Ice sono ora gratuiti per tutte le imprese fino a 100 addetti. Siamo anche impegnati a modernizzare i modelli di intervento verso il digitale: in Cina operano vetrine e-commerce del Made in Italy, create da Ice con Alibaba, WeChat, Jd, cioè le tre piattaforme con oltre l’85% dei flussi verso un miliardo al giorno di consumatori online.
Dalla Cina abbiamo avviato le prime iniziative promozionali con la gdo in modalità offline-to-online. Ci sono opportunità da cogliere per le imprese se consideriamo che la quota di mercato export italiana sull’import mondiale della Cina è poco superiore al 1%, paragonata a una partecipazione dei prodotti italiani al commercio mondiale del 2.9%. L’emergenza pandemica rende ancor più importante l’impegno in questa direzione. Soprattutto oggi che la Cina emerge come il primo Paese la cui attività economica e sociale ha ripreso a pieno. I dati Istat di settembre indicano una crescita tendenziale dell’export italiano extra Ue del 3%, cui ha contribuito l’incremento verso la Cina del 33%.
Esistono le condizioni per un nuovo ciclo di espansione delle relazioni commerciali tra i due paesi sul piano bilaterale e sul piano interno, grazie al Patto per l’Export, voluto dal ministro degli Affari esteri per coordinare e rafforzare l’azione di sistema a supporto dell’internazionalizzazione: nella sua attuazione, Ice ha avviato 14 nuove iniziative a servizio delle imprese.
Ci sono anche nuove sfide, primo fra tutti il nuovo trattato commerciale Regional Comprehensive Economic Cooperation (Rcep), che avvia un nuovo multilateralismo Asia-centrico. In questo scenario non facile guardiamo al 50°delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi come punto di partenza per un’accelerazione della relazione commerciale italo-cinese sulla via della seta nell’era del Rcep, cui anche l’Unione europea dovrà dare risposta. (riproduzione riservata)
* Presidente di Ice-Agenzia