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Politica

Sanzioni Ue-Cina, una grana per l'accordo sugli investimenti

I socialisti e democratici chiedono la revoca delle restrizioni imposte da Pechino come contromisura alle sanzioni Ue per le detenzioni arbitrarie su ampia scala e nello Xinjiang


23/03/2021 10:08

di Mauro Romano - Class Editori

cina

Le sanzioni imposte dalla Cina contro gli eurodeputati Reinhard Butikofer, Michael Gahler, Raphaël Glucksmann, Ilhan Kyuchyuk e Miriam Lexmann mettono a rischio il voto dell’Eurocamera sul Cai, l’accordo bilaterale sugli investimenti tra Ue e Pechino. Il voto è atteso per l’inizio del 2022. Il gruppo dei socialisti e dei democratici ha però chiarito che nessuna discussione sull’intesa potrà essere intavolata se prima non saranno ritirate le sanzioni impose ai colleghi.

La mossa cinese è stata una ritorsione contro le misure restrittive decise dal Consiglio Affari Esteri dell'Ue contro funzionari della Regione autonoma dell Xinjiang, ritenuti responsabili per le detenzioni arbitrarie su ampia scala e gli abusi subiti dalla minoranza uigura. Misure che non hanno comunque colpito il numero uno del Partito comunista nella regione, Chen Quanguo, ma hanno invece toccato il conglomerato economico-militare Xinjiang Construction and Production Corps.

Pechino ha reagito alla notizia imponendo sanzioni contro dieci persone e quattro entità dell'Ue. Oltre agli eurodeputati, la lista include Sjoerd Wiemer Sjoerdsma del Parlamento olandese, Samuel Cogolati del Parlamento federale belga, Dovile Sakaliene del Seimas della Repubblica di Lituania, lo studioso tedesco Adrian Zenz, lo studioso svedese Bjorn Jerden, il  Comitato politico e di sicurezza del Consiglio dell'Unione europea, la Sottocommissione sui diritti umani del Parlamento europeo, l'Istituto tedesco Mercator e la Fondazione Alliance of Democracies in Danimarca.

 “Le sanzioni della Cina contro i deputati del Parlamento europeo, la sottocommissione per i Diritti umani e gli organi dell'Ue sono inaccettabili e avranno delle conseguenze”, ha commentato il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, “Le sanzioni hanno colpito eurodeputati e organi del Parlamento Ue per aver espresso opinioni nell'esercizio del loro dovere democratico. I diritti umani sono diritti inalienabili".

Per Josep Borrell, Alto rappresentante dell'Ue per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza, le azioni cinesi sono “inaccettabili e ostili”. Secondo il capo della diplomazia Ue: “Tutte le misure restrittive dell'Ue sono in conformità con il diritto internazionale”. A sua volta la Francia si è  mossa con un’azione parallela, convocando l’ambasciatore cinese non soltanto per le sanzioni, ma per le accuse rivolte in questi giorni dalla rappresentanza cinese a Parigi contro un ricercatore francese.

Intanto l’incontro in agenda domani all’Europarlamento per discutere del Cai è stato cancellato. L’accordo risale allo scorso 30 dicembre. Almeno sulla carta viene presentato come aderente alle richieste europee di lunga data di una concorrenza più equa con le aziende cinesi e di un migliore accesso al mercato e impegna Pechino a porre fine ai trasferimenti forzati di tecnologia e ad aumentare la trasparenza sui sussidi alle imprese. Per entrare in vigore l’accordo ha ancora bisogno dell’approvazione formale di ciascuno dei governi dei Paesi membri dell’Ue e dovrà superare il voto del Parlamento europeo, dove proprio Bütikofer, portavoce dei Verdi europei per la politica estera, ha promesso ci sarà battaglia. (riproduzione riservata)


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