Italia e Cina devono fare fronte comune con il protezionismo. "Penso che possa essere importante lavorare assieme contro dazi e barriere tariffarie. Su questo fronte, Italia e Cina sono dalla stessa parte contro il protezionismo. E' quanto ha dichiarato il sottosegretario agli Affari Esteri, Ivan Scalfarotto, intervenendo alla charity dinner che si è svolta a Milano in occasione della quattordicesima edizione dei China Awards organizzati da MF-Milano Finanza e dalla Fondazione Italia Cina.
"Come ha detto Xi Jinping a Davos davanti al mondo, chiudersi in casa serrando porte e finestre può far sentire al sicuro, ma in realtà alla fine viene a mancare l'aria", ha ricordato il rappresentante della Farnesina, che già da sottosegretario alla Sviluppo economico nei passati governi Renzi e Gentiloni aveva mantenuto le redini del rapporti commerciali con Pechino e fresco di un recente viaggio nella Repubblica popolare. "Siamo un Paese esportatore netto e trasformatore, prosperiamo nei mercati aperti: perciò, sapere che la Cina è dalla nostra parte e' di grande conforto. Allo stesso modo, condividiamo il concetto che commercio debba essere basato su regole chiare".
La collaborazione non può però nascondere i nodi irrisolti dei rapporti tra i due Paesi, entrambe economie manifatturiere ed esportatrici. La bilancia commerciale Italia-Cina "è piuttosto sbilanciata sul lato cinese, considerando che siamo il nono Paese esportatore al mondo e di solito siamo pertanto abituati a essere quelli che vendono, più che quelli che acquistano", ha ribadito Scalfarotto. "Dalla Cina ovviamente compriamo volentieri, ma sono certo che un lavoro di bilanciamento possa essere fatto".
Scalfarotto, che si è unito al partito di Italia Viva di Matteo renzi, non ha ancora avuto deleghe operative dal ministro Di Maio che gli consentirebbero, tra l'altro, di rilanciare in un format più efficiente e operativo la task force sulla Cina, iniziativa avviata dall'ex sottosegretario allo sviluppo economico Michele Geraci, nella sua breve permanenza al governo.
A Pechino tra l'altro, alla vigilia di un anno importante nelle relazioni tra i due paesi, nel 2020 ricorre il cinquantenario del parternariato, non ancora preso servizio il nuovo ambasciatore Luca Ferrari, proveniente da Riad, la cui nomina era stata preannunciata su questa piattaforma il 14 ottobre scorso. (riproduzione riservata)