Buone notizie per l'Eni da due fronti avanzati sulle nuove Vie della Seta, settore energia, il Kazakistan e l'Egitto. Kashagan, il giacimento super giant nell’offshore del Kazakistan, ha incominciato finalmente a ripagare gli sforzi di Eni e degli altri partner del consorzio Ncoc. In base ai dati forniti dalle autorità kazake la produzione, cumulata con l’altro giacimento sviluppato da Eni, Karachaganak, e con quello di Tengiz (Chevron-Exxon), supererà i target del 2019, toccando quota 85,2 milioni di tonnellate.
L’ammontare potrebbe essere addirittura superato, visto che da gennaio ad agosto i tre giacimenti ne hanno già prodotte 58,3 milioni, rispetto ai 52,23 milioni di tonnellate dello stesso periodo del 2019. In luglio, tuttavia, il Kazakhstan aveva lanciato l’allarme per un declino della produzione di circa l’1,4%, lamentando la perdita di circa 3,8 miliardi di dollari di ricavi da export, a causa sia della crisi Covid che dei tagli Opec. Agosto, però, ha rimesso le cose a posto. Kashagan in particolare da gennaio ad agosto ha raggiunto il traguardo di 10 milioni di tonnellate, dai 7,2 milioni dello scorso anno.
Il ministro dell’Energia kazako, Nurlan Nogayev, prevede che a fine anno avranno raggiunto un volume di 67,5 milioni di tonnellate. Gli investimenti totali nei tre giacimenti avrebbero sfiorato i 50 miliardi di dollari, secondo le stime che filtrano da Nur-Sultan, come si chiama ormai la capitale Astana.
In Egitto, il gruppo guidato da Claudio Descalzi ha annunciato una nuova scoperta di gas nell'area "Great Nooros Area", nelle acque convenzionali del Delta del Nilo. Il nuovo giacimento, scoperto attraverso il pozzo esplorativo Nidoco NW-1, si trova a 16 metri di profondita' d'acqua, a 5 chilometri dalla costa e a 4 chilometri a nord del campo di Nooros.
Le valutazioni preliminari dei risultati del pozzo, che considerano l'estensione verso nord del reservoir e il comportamento dinamico del campo di Nooros, i nuovi livelli scoperti, oltre che le scoperte limitrofe recentemente annunciate, portano le stime di gas in posto nella "Great Nooros Area" a circa 120 miliardi di metri cubi.
Eni avviera' assieme al partner Bp, in coordinamento con l'Egyptian Petroleum Sector, le opzioni di sviluppo della nuova scoperta beneficiando della sinergia con le infrastrutture gia' presenti nell'area. Eni, attraverso la sua controllata in Egitto IEOC, detiene il 75% di interesse nella concessione Abu Madi West, mentre Bp detiene il restante 25%. La licenza e' operata da Petrobel, una joint venture paritetica tra IEOC e la compagnia di Stato egiziana Egyptian General Petroleum Corporation (EGPC). (riproduzione riservata)