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Audi, parte in Cina la produzione di veicoli full electric con Faw

Il marchio del gruppo Volkswagen ha completato il progetto avviato nel 2022 con il maggior costruttore cinese. La nuova fabbrica ha una capacità di 150 mila veicoli all'anno. Intanto si rafforza con il via libera di Renault l'ipotesi di alleanza tra Honda, Mitsubishi e Nissan in funzione anti-cinese


18/12/2024 17:35

di Pier Paolo Albricci - Class Editori

settimanale
Gernot Döllner, ceo di Audi

Le grandi manovre sul fronte globale dell'auto registrano, oggi, due novità. La prima è l'entrata in produzione a Changchun  nella provincia di Jilin, nella Cina nord-orientale, di Audi Faw Nev Co., nata da un progetto di cooperazione tra Audi e la principale casa automobilistica cinese Faw, per costruire modelli completamente elettrici.

Si tratta della prima base di produzione di veicoli puramente elettrici della casa automobilistica tedesca in Cina e vanta una capacità annua prevista di oltre 150.000 veicoli. La base di produzione incorpora l'intera catena del valore della produzione automobilistica ed è dotata di un'officina per la stampa, una carrozzeria, un'officina per la verniciatura e l'assemblaggio dei veicoli.

«Con l'avvio della produzione, manteniamo il nostro impegno nei confronti del mercato cinese e compiamo un significativo passo avanti nella nostra strategia di elettrificazione», ha dichiarato Gernot Döllner, ceo di Audi Ag, «i modelli prodotti qui svolgeranno un ruolo cruciale nel nostro portafoglio locale e rafforzeranno la nostra posizione in questo mercato chiave». In collaborazione con Faw Group Co., Ltd., il progetto Audi FAW NEV è stato avviato nel giugno 2022. 

La seconda notizia riguarda il fronte giapponese dove la ventilata alleanza tra Honda e Nissan ha avuto il via libera dalla francese Renault, principale azionista di Nissan con una quota del 36%. Renault ha dichiarto di essere aperta, in linea di principio, alla possibilità che Nissan prosegua i colloqui per una fusione con Honda.

Tuttavia i colloqui tra Nissan e Honda sarebbero ancora alle fasi iniziali. Le due aziende potrebbero includere nell'operazione anche l'altro membro dell'alleanza Renault-Nissan, vale a dire Mitsubishi, di cui Nissan è azionista di maggioranza con una partecipazione del 24%. Nell'essere favorevole a un'integrazione, secondo le indiscrezioni, Renault auspica che Nissan trovi un modo per rafforzarsi, dato che non sarebbe disposta a iniettare fondi nelle sue casse. 

Le sfide che affronta Nissan, così come Honda e altre case automobilistiche, sono legate all'ascesa delle concorrenti cinesi, come Byd, a livello globale ma soprattutto in Cina. Nissan ha tagliato le previsioni di profitto a novembre sulla scia di una crisi delle vendite e di un rallentamento della produzione. Crisi che aveva portato all'annuncio di 9 mila tagli dei posti di lavoro, a un taglio della produzione del 20% e alla rinuncia di parte dello stipendio da parte del ceo Makoto Uchida. Due alti funzionari avevano confessato al Financial Times, il mese scorso, che a Nissan rimanevano "12 o 14 mesi" per sopravvivere, ragion per cui era alla ricerca di un anchor investor. (riproduzione riservata)


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