Arrivano dalla Cina i primi concreti segnali di interesse per gli asset australiani di Eni, che il gruppo sta mettendo sul mercato affiancato dall’advisor Citi. Secondo indiscrezioni, tra i pretendenti c’è Roc Oil, quartier generale a Sidney ma azionariato cinese. Dal 2015, infatti, fa capo al gruppo Fosun International di Shanghai, conglomerato di capitali privati che spazia dalle assicurazioni all’energia.
Che l’interesse per gli asset di Eni sia alto lo conferma anche la vivacità del mercato australiano, dove nonostante il Covid acquisizioni e vendite non sembrano aver subito rallentamenti.
L’ultima operazione di rilievo si è chiusa a marzo, con l’accordo per la vendita del 25% di Darwin Lng dal gruppo nazionale Santos ai coreani di SK E&S. All’impianto di Darwin partecipa anche Eni, che intanto sta valutando di allargare la cessione oltre alle attività gas anche agli asset oil e fotovoltaici che fanno riferimento alla sussidiaria Eni Australia Ltd (compreso perciò il progetto solare di Katherine, acquisizione completata appena un anno fa) così da uscire del tutto dall’Australia. Le negoziazioni sono in corso da parte di Citi.
Altre voci indicano in Occidental Petroleum, BP, Chevron e la stessa Santos altri possibili candidati di cui sondare l’interesse, complice anche la mobilitazione del governo australiano a favore degli investimenti delle big oil.
La decisione rientra nella strategia di dismissione degli asset meno strategici così da fare cassa per meglio resistere ai contraccolpi della pandemia, che ha portato il gruppo guidato dall’ad Claudio Descalzi a ridurre i capex del 25% per quest’anno. Al portafoglio australiano del gas, la cui produzione è destinata al mercato domestico, è attribuito un controvalore di un miliardo di dollari.
Il Cane a sei zampe è presente in Australia da 20 anni. L’attività di esplorazione e produzione è concentrata nell’offshore del Paese e le principali aree di produzione, con quote del 100% e del 10,99%, si trovano rispettivamente nei blocchi Wa-33-L e Jpda 03-13. Nelle aree Nt/Rl8 e Nt/Rl7, per quanto riguarda la fase di esplorazione e sviluppo, il gruppo partecipa con quote rispettivamente del 100% e del 65%.
Nel piano di cessioni potrebbero rientrare anche le partecipazioni che Eni detiene quote in altre quattro licenze esplorative. Le attività sono regolate da contratti di concessione e, nella zona di cooperazione tra Australia e Timor Leste, dove nel 2013 il gruppo si è aggiudicato un nuovo permesso di esplorazione, da accordi di condivisione della produzione. Infine, Eni ha la proprietà del Blacktip Gas Project e una partecipazione non operativa sia nel campo gas e condensati di Bayu-Undan, sia nel già citato impianto associato Darwin Lng. (riproduzione riservata)