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Azienda Finanza

Ant (Alibaba) finisce sotto la supervisione della Banca centrale

Di fatto il braccio finanziario del gruppo Alibaba viene commissariato anche se formalmente mantiene la sua fisionomia di holding finanziaria, ma le sue attività sia nel campo dei prestiti che dei fondi comuni e delle polizze saranno riviste con criteri più stringenti. Per ora non ci sono reazioni del management


12/04/2021 16:47

di Pier Paolo Albricci - Class Editori

settimanale
Gang Yi, governatore della banca centrale cinese

Con un doppio smash, il governo di Pechino ha di fatto commissariato uno dei maggiori gruppi finanziari del paese, quell'Alibaba noto in tutto il mondo per il suo e-commerce e il borsellino elettronico Alipay, fondato da Jack Ma.

In mattinata è arrivata la notizia della salatissima multa, 2,4 miliardi di dollari, che l'autorità antitrust ha appioppato alla piattaforma di e-commerce Alibaba. Nel pomeriggio la People Bank of China, la banca centrale, ha reso noto di aver convocato i vertici di Ant Group, holding del gruppo di Jack Ma e vero polmone finanziario del business a un incontro con quattro agenzie di regolamentazione, che includevano anche i supervisori bancari, mobiliari e valutari del paese.

È stato emesso un comunicato che informa che negli ultimi mesi è stato progettato un "piano di riassetto completo e fattibile" per Ant, sotto la supervisione delle autorità di regolamentazione. Di fatto Ant Group non cambierà il proprio status di holding finanziaria ma sarà sotto la supervisione della banca centrale della Cina e dovrà rivedere le proprie attività per adattarsi a una nuova era di regolamentazione più rigorosa per le società di Internet.

La sospensione dell'offerta pubblica iniziale di Ant lo scorso novembre a opera delle autorità di borsa a Shanghai e Hong Kong è stato il primo segnale di "attenzione" del governo cinese nei confronti del gruppo Alibaba. Il progetto di quotazione di Ant prevedeva il collocamento di azioni per 34 miliardi di dollari, la più importante Ipo sul mercato cinese.

A gennaio, il Wall Street Journal aveva reso noti i piani dell'azienda di adattarsi alle richieste delle autorità del paese e diventare una holding finanziaria.

Ant, che possiede l'app per pagamenti e lifestyle Alipay, dovrà correggere quelle che le autorità di regolamentazione hanno definito strategie di concorrenza sleale nella sua attività di pagamento e migliorare la sua governance aziendale. In sostanza le autorità hanno accertato che l'attività di prestiti a privati e piccole imprese di Ant avveniva con tassi di intermediazione molto elevati e soprattutto scaricando il rischio finanziario sui prestatori finale del danaro, le banche pubbliche.

La società con sede a Hangzhou dovrà anche ridurre i rischi di liquidità dei suoi prodotti di investimento e ridurre il patrimonio gestito da Yue Bao, il suo gigantesco fondo comune di investimento. Oltre a questo, dovrà scardinare il "monopolio dell'informazione" sull'enorme quantità di dati raccolti sui consumatori.

Secondo un articolo dell'Economic Daily, un quotidiano statale cinese, il piano di ristrutturazione di Ant riflette le recenti richieste del governo centrale di far sì che l'economia delle piattaforme torni alle proprie radici e si concentri sull'erogare servizi all'economia reale e alle persone. "Il colore alla base della tecnologia finanziaria è ancora la finanza", riporta il quotidiano.

La piattaforma Alipay ha oltre 1 miliardo di utenti in Cina. Dai dati raccolti fino a giugno 2020, la piattaforma ha gestito più di 17.000 miliardi di dollari di transazioni di pagamento digitali nel 2020, ha erogato prestiti non garantiti a breve termine a circa 500 milioni di persone e venduto grandi quantità di polizze assicurative, fondi comuni di investimento e altri prodotti di investimento.

«Il piano di ristrutturazione è più stringente di quanto ci si aspettava», ha fatto sapere Dong Ximiao, capo analista di Zhongguancun Internet Finance Institute, sentito da Reuters. Ant avrebbe bisogno, secondo l'analista, di almeno  31 miliardi di dollari di capitale registrato, per adeguarsi alle regole sui ratio di capitale delle holding finanziarie. (riproduzione riservata)


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