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Avvio con il botto per lo Star Market, il Nasdaq delle azioni cinesi

Nel giorno del debutto ha messo a segno rialzi fino al 520%, come nel caso del produttore di moduli per pannelli solari Anji, mentre la performance peggiore del primo giorno è stata per Harbin Xinguang Optic-Electronics Technology che comunque ha messo a segno un rialzo dell'84% sul prezzo di Ipo, chiudendo la giornata a 70,17 yuan.


23/07/2019 10:47

di Pier Paolo Albricci - Class Editori

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Il lancio del nuovo mercato alla borsa di Shanghai

Partenza sprint per lo Star Market cinese, il nuovo mercato gestito dalla Shanghai Stock Exchange e dedicato alle eccellenze nel campo della scienza e della tecnologia, che vuole essere la risposta asiatica al Nasdaq.

Nel giorno del debutto ha infatti messo a segno rialzi fino al 520%, come nel caso del produttore di moduli per pannelli solari Anji, mentre la,performance peggiore del primo giorno è+ stata per Harbin Xinguang Optic-Electronics Technology che comunque ha messo a segno un rialzo dell'84% sul prezzo di Ipo, chiudendo la giornata a 70,17 yuan.

Le 25 aziende presenti nella prima seduta degli scambi, che in maggioranza producono chip, hanno raccolto complessivamente 37 miliardi di yuan, pari a 4,8 miliardi di euro, registrando un aumento medio delle quotazioni del 140%. E sono, secondo quanto riportato  da Cnbc, altre 150 le aziende pronte a entrare sul listino. Fra queste ultime non c’è traccia però di colossi come Tencent o Alibaba, che hanno scelto i listini di New York e Hong Kong, per il maggiore dinamismo degli scambi e la visibilità internazionale. In maggioranza le aziende che hanno debuttato sono attive nell' information technology di nuova generazione (big data, Iot), macchinari d'avanguardia e bio-tech.

Per il mercato cinese oscillazioni dei prezzi così forti come quelle realizzate ieri sullo Star Market non rappresentano un’eccezione. Le borse di Shanghai e Shenzhen nel primo giorno di scambi permettono infatti rialzi fino a 44% e nelle sedute successive la performance è limitata al 10% al rialzo o al ribasso. Sullo Star Market non ci sono invece restrizioni nei primi cinque giorni.

Il nuovo listino cinese consentirà inoltre di quotare azioni di differenti classi, che sono generalmente utilizzate per permettere ai fondatori di mantenere il controllo del capitale delle aziende, e di vendere allo scoperto, una pratica che è vietata negli altri listini del Paese.

Date le caratteristiche tecnologiche delle società quotate su questo nuovo listino, non sono stati fissati limiti al rapporto prezzo/utili (p/e). Negli altri casi, invece, dal 2014 la China Securities Regulatory Commission ha indicato, in via non ufficiale, un tetto di 23 volte gli utili per le borse principali.

Per limitare l’influenza degli investitori retail, l’accesso allo Star Market è riservato agli investitori con un saldo del conto trading superiore ai 500 mila yuan (65 mila euro) e con almeno due anni di esperienza.

Secondo il presidente Xi Jinping, che lo aveva annunciato nel novembre dello scorso anno, si tratta di un mercato «che aiuterà Shanghai a consolidare la sua posizione di centro finanziario internazionale e hub per la scienza e l’innovazione».

La volontà di Pechino di far concorrenza al Nasdaq è evidente, ma l’incognita principale per le imprese rimane la prospettiva commerciale a causa delle tensioni con gli Stati Uniti. «In futuro per gli investitori diventerà sempre più importante distinguere tra le società che hanno semplicemente goduto di vantaggi ciclici in un’economia in espansione e quelle che offrono reali opportunità strutturali in un mercato che sta considerevolmente cambiando», ha spiegato Charlie Sunnucks, gestore del team Global emerging markets di Jupiter asset management. 

 


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