Potrebbe essere Liu Liange il prossimo chairman della Bank of China. La posizione è vacante da quasi due mesi, ossia da quando a fine aprile Chen Siqing è stato nominato alla guida dell’Industrial Commercial Bank of China (Icbc), primo istituto al mondo per attivi.
Secondo quanto riporta il giornale finanziario cinese Economic Observer, il board della Bank of China avrebbe già indicato Liu quale candidato più adeguato per la successione al vertice dell’istituto, assieme a Icbc, China Construction Bank e Agricoltural Bank of China, uno dei quattro colossi pubblici del credito in Cina.
L’avvicendamento è parte del valzer di poltrone nel mondo bancario della Repubblica popolare, che a partire dalla scorso marzo con il passaggio di Peng Chun presidente della Bank of Communication alla Cina Investment Corporation (Cic) il secondo fondo sovrano al mondo con asset per 941 miliardi di dollari, sostituito dal vicesindaco di Chongqing Liu Guiping. Lo stessa nomina di Chen in Icbc fa seguito al trasferimento del suo predecessore nell’incarico, Yi Huiman alla guida della China Securities Regulatory Commission, l’autorità di vigilanza su borsa e mercati, omologa della Consob.
Liu da ottobre 2018 è vicepresidente del board di Bank of China. Nel suo curriculum figura anche, tra marzo 2009 e giugno 2015, l’incarico di presidente del consiglio di vigilanza di Mandarin Capital Parnters, fondo sino-italiano di private equity. Nonché altri incarichi nella Export-Import Bank of China, una delle banche di stato cinesi. Mandarin, lanciato da Alberto Forchielli che guida ancora il team cinese, mentre in Italia il managing partner è Lorenzo Stanca, ha portato a termine significativi investimenti in aziende italiane, soprattutto meccaniche e chimiche, aiutandole a sbarcare e consolidare i loro business sul mercato cinese.
Le operazioni più significative hanno riguardato Cifa, Euticals, Ima, Italmatch e, più recentemente, Ladurner e Italcer.
Lo scorso ottobre Bank of China ha siglato con Cassa Depositi e Prestiti un accorso preliminare per sostenere le piccole e medie imprese italiane nell’ambito della Belt and Road Initiative. L’Istituto collabora inoltre sempre con Cdp in vista ella prima emissione obbligazionaria in renminbi destinata a investitori cinesi della spa del Tesoro.
Il cosiddetto Panda bond, da 5 miliardi di yuan, pari a circa 650 milioni di euro, servirà a finanziare in valuta locale l’internazionalizzazione delle imprese tricolori. La Bank of China, nella branch di Milano lavora ormai da tempo per permettere lo scambio italo-cinese e proprio la creazione di prodotti nuovi, denominati in yuan, come green bond e panda bond, è considerato un aiuto alle le aziende per entrare nelle aree toccate dalla nuova Via della Seta.