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Politica

Dazi perversi, triplica l'ibrido nell'export cinese di auto

Nei primi due mesi dell’anno la Cina ha esportato in Europa un terzo in meno di Ev, causa dazi, rispetto all’anno precedente, ma la quota di ibride (senza dazi) è triplicata. Però gli armatori che trasportano auto prevedono un calo dei volumi del 25%. E le navi già in cantiere che avevano ordinato ai tempi delle vacche grasse?


29/03/2025 18:26

di Marco Leporati*

settimanale

In una recente intervista, pubblicata sul quotidiano di Hong Kong South China Morning Post, Michael Pettis, economista americano con una vasta esperienza e conoscenza della Cina, ha sostenuto che il pil, prodotto interno lordo, è una variabile indipendente dai consumi della popolazione. Infatti porta come esempio il Giappone, quando negli anni novanta nonostante il Pil fosse basso i consumi della popolazione tenevano il passo e non si erano avute ripercussioni rilevanti nell’economia del Paese.

Per riprendere le considerazioni di Pettis la globalizzazione ha funzionato fino a quando un paese produceva a costi inferiori e poteva esportare in altri mercati che assorbivano la propria produzione. Questa legge ha permesso a paesi come la Cina di evolversi sino a raggiungere i livelli attuali. Se questo meccanismo si altera è evidente che si voglia puntare al consumo interno.

Oggi le condizioni della Cina sono diverse soprattutto perché è in atto un cambiamento geopolitico ed economico globale. Alcuni segnali si erano già manifestati anni fa, amplificati poi dalla pandemia ma è soprattutto negli ultimi mesi che il movimento tellurico ha scosso le dinamiche del commercio estero che conoscevamo e che ci erano familiari.

Le imposizioni di dazi aggiuntivi da parte degli Stati Uniti con la prima amministrazione Trump si erano fatti sentire dal 2018 ed erano poi passate nella routine con una legge del contrappasso da parte della Cina su prodotti americani in particolar modo derivanti dal settore agricolo e dalle materie prime. A quel tempo il mercato delle auto elettriche piuttosto che dei semiconduttori non avevano raggiunto l’importanza strategica che rileva oggi.

Se l’economia mondiale è, per usare un termine desueto, a soqquadro, sempre riprendendo l’intervista a Pettis, i riferimenti ci portano agli anni trenta e settanta quando alcuni Paesi erano in condizioni di surplus produttivo e cercavano altri mercati al di fuori del proprio per la commercializzazione.

In questo mercato globale a partire soprattutto dall’entrata della Cina nel WTO l’introduzione da parte di Trump, secondo la sua visione autarchica, di ulteriori dazi del 25% su tutte le auto importate a partire dal 2 aprile ha creato scompiglio tra i singoli produttori del mondo. Ma paradossalmente tocca meno la Cina che in quota minoritaria per quanto concerne esportazioni di auto negli Stati Uniti ma con quantità  importanti di componentistica e ricambistica per le produzioni americane soprattutto per le fabbriche/filiere  presenti in Messico.

Il provvedimento riguardo a questa categoria di beni dovrebbe scattare ai primi di maggio o in un periodo successivo coinvolgendo in maniera preponderante anche il mercato dei produttori europei, in particolare italiani e tedeschi.A seguito di questo provvedimento vi è stata una levata di scudi da parte degli armatori delle navi RoRo destinate al trasporto di auto che, a partire dai prossimi giorni, non avranno più carichi completi per i porti americani.

Jon Nikolai Skaland, ricercatore di Skandinaviska Enskilda Banken, ha dischiarato che, considerando le importazioni auto rappresentano il 50% delle vendite nel mercato americano ed i trasporti relativi via mare sono da stimare nel 26% del totale globale, vi sarà un impatto negativo tenendo presente, a seguito dei nuovi dazi di una riduzione dei volumi del 25% pari ad una diminuzione del 4- 7% dei trasporti. Il periodo d’oro del biennio 2022-2024 aveva condizionato gli ordinativi di navi RoRo che oggi sono in fase di costruzione.

A Boao, nel corso dell’annuale Boao Furum for Asia, sono stati discussi questi incipienti problemi e durante uno dei panel in programma Carlos Gutierrez, Segretario del Commercio ai tempi dell’amministrazione George W. Bush, ha espresso un timido tentativo di riavvicinamento delle posizione tra le due superpotenze.

Nello stesso tempo, nell’incontro tenutosi venerdì 28 a Pechino, organizzato dal Presidente Xi Jinping alla presenza di aziende ed investitori internazionali senza purtroppo alcuna azienda italiana, è stato enfatizzato dal Presidente stesso che «la Cina rimarrà una terra fertile per gli investimenti stranieri con un ritorno a lungo termine». Xi Jinping ha invitato anche le multinazionali «a ragionare razionalmente ed attivarsi con azioni pratiche per resistere ad atti che portano indietro la ruota della storia».

Ora in questa fluidità vi sono possibilità di riaggregazione tra Unione Europea e Cina. Una delle aperture involontarie riguardo le auto Ev è quella che riguarda la categorie degli autoveicoli ibridi. Infatti nei primi due mesi dell’anno la Cina ha esportato in Europa 50.383 auto elettriche con una diminuzione di un terzo rispetto all’anno precedente a seguito dell’introduzione da parte dell’Unione Europea di un dazio aggiuntivo del 45%.

Di contrasto sono state esportate in Europa 26.000 auto ibride con una crescita nei primi due mesi dell’anno del 900% in quanto le auto ibride non sono soggette al dazio sopramenzionato. Il totale di auto ibride esportate dalla Cina nel mondo nei primi due mesi è stato di 92.000 pezzi con una crescita del 191%.

A conclusione di questo ragionamento si ritorna a Pettis che sostiene:” Quando è difficile far conto sugli investimenti per governare la crescita e far crescere i consumi, l’unica via percorribile che può risolvere lo sbilanciamento tra produzione domestica e il consumo domestico è la creazione di un importante surplus commerciale se il mondo è disponibile ad assorbirlo”. Le logiche del mercato globale non cambiano ed ora con l’inciampo trumpiano cresce la complessità del fare business. (riproduzione riservata)

 * corrispondente da Shanghai, dove vive e lavora da 30 anni



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