Per il secondo anno consecutivo la Cina svetta nella classifica per le richieste di brevetto. Nel 2020 sono state 68.720, in crescita del 16% e di fatto circa un quarto delle quasi 276mila domande presentate in base al Trattato di cooperazione sui brevetti (PCT). Andando ancora più nel dettaglio tra i dati diffusi dall'Organizzazione mondiale dei brevetti (Wipo), tra le aziende il primato spetta al colosso cinese Huawei Technologies, che ha presentato 5.464 richieste.
Pechino conferma quindi il gradino più alto del podio, dopo aver scalzato dal primo posto gli Stati Uniti già un anno fa. Proprio gli Usa sono secondi con 59.320 domande (+3%). Seguono il Giappone (50.520, +4,1%), la Corea del Sud (20.060, +5,2%) e la Germania (18.643, +3,7%). L'Italia è rimasta anche lo scorso anno fuori dalle prime 10, classificandosi all'11mo posto con 3.401 richieste di brevetto. Mentre nella top ten si segnala anche la presenza dell'Arabia Saudita. Ma è in generale l'Asia a farsi avanti con oltre la metà delle richieste, contro il 35,7% di dieci anni fa.
Gli Usa tengono invece in campo accademico. Nel settore invece dei brevetti richiesti da istituzioni di ricerca, in testa ci sono università e centri di ricerca americani. La prima è la University of California con 559, seguita dal Massachusetts Institute of Technology (269). Poi arrivano le cinesi Shenzhen University (252), Tsinghua University (231) e Zhejiang University (209). Se si guarda alla top ten delle università, cinque sono cinesi, quattro statunitense e una giapponese.
Per quanto riguarda i settori, la tecnologia dei computer occupa una quota del 9,2 per cento delle richieste di brevetto, seguita dalla comunicazione digitale (8,3%) e dalla tecnologia medica (6,6%). Il balzo in avanti più evidente è stato fatto nelle richieste di brevetto per le tecnologie audiovisive (+29,5%).
Infine, va segnalato anche l'incremento di richieste di protezione internazionale dei marchi d'origine, sempre sottoposte alla WIPO, che vede gli Usa in testa con 10.005 richieste, seguito dalla Germania (7.334) e dalla Cina con 7.075. (riproduzione riservata)