Il governo italiano agita di nuovo, dopo le decisioni sul caso Pirelli-Sinochem, il golden power contro Pechino sugli impianti italiani di Electrolux. «Nel caso, che ora riteniamo ipotetico, ci fosse la volontà, da parte di chiunque, di cedere, vendere o trasferire le aziende di Electrolux, l'esecutivo farà sentire la propria voce attraverso l'esercizio del golden power, come sta facendo in questi giorni con Pirelli», ha detto ieri il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani.
Da febbraio, si rincorrono voci di un interessamento dei rivali cinesi di Midea per i 5 stabilimenti di Electrolux in Italia, trattative confermate dai media di Stato cinesi e rispetto alle quali la multinazionale scandinava ha sempre opposto un «no comment». Midea, 53 miliardi di dollari di fatturato, ha 30 stabilimenti in giro per il mondo con 150 mila dipendenti e ha messo nel mirino i siti di Porcia (lavatrici e lavasciuga), Susegana (frigoriferi e congelatori), Solaro (lavastoviglie), Forlì (forni e piani cottura) e Cerreto d'Esi (cappe da cucina).
Con oltre 12 miliardi di fatturato, Electrolux conta 52mila addetti di cui poco più del 10% in Italia. Secondo gli analisti, la situazione sarebbe in stallo: Electrolux ha avviato di recente un importante piano di riduzione costi, destinando circa 680 milioni a investimenti, di cui 220 milioni a partire da quest'anno per Susegana e Solaro.
Va registrato anche il fatto che Investor Ab, holding svedese controllata dalla famiglia Wallenberg, socio storico di Electrolux al 18%, ma con il 30% di diritti di voto, avrebbe giudicato non adeguata l'offerta dei cinesi. Il governo punta a incontrare i vertici dell'azienda scandinava nei prossimi giorni. Intanto, secondo voci di mercato, anche Samsung avrebbe fatto delle avance per rilevare le attività di Electrolux in Italia. (riproduzione riservata)