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Industria

Byd, l'Italia in corsa per il terzo stabilimento europeo

Intanto il costruttore cinese ha scelto Pirelli, Brembo e Prima industria come fornitori delle auto che usciranno dalla fabbrica ungherese, la prima a entrare in funzione entro l'anno. Ma la supply chain è tutt'altro che completata e le opportunità di business per la componentistica italiana sono molteplici


19/03/2025 14:55

di Andrea Boeris - Class Editori

settimanale
Alfredo Altavilla, advisor di Byd per l'Europa

L'Italia è ancora in corsa per il terzo stabilimento europeo del colosso Byd, che intanto ha già chiuso i primi contratti con alcune società di componentistica italiana. Sono gli annunci fatti ieri a Milano al Forum Automotive da Alfredo Altavilla, special advisor per l'Europa di Byd, colosso cinese che sempre ieri in borsa ad Hong Kong ha festeggiato con un +4% la novità della ricarica per le auto elettriche in soli cinque minuti.

Il manager italiano ha rivelato che, dopo l'incontro con i fornitori italiani avvenuto a Torino nelle scorse settimane, il gruppo cinese ha già firmato i primi contratti con grandi realtà. Si tratta di Brembo, Pirelli e Prima Industrie per rifornire la nuova fabbrica ungherese che inizierà le attività a partire dal prossimo ottobre.

«Gli incontri (con la componentistica italiana, ndr) sono andati benissimo», ha detto il manager, spiegando che «il giudizio che i colleghi cinesi hanno dato è stato molto positivo, perché hanno riconosciuto che la componentistica italiana è all'avanguardia. Byd «ha bisogno di concentrare in Europa la componentistica, anche per un tema di velocità», per produrre nel Vecchio Continente.

Durante il suo intervento Altavilla, ex manager di Fca e braccio destro di Sergio Marchionne, ha sottolineato come il modello industriale cinese sia radicalmente differente rispetto a quello tradizionale occidentale. «In Cina ci sono un time to market estremamente più veloce e tempi rapidissimi per la realizzazione di nuovi impianti», ha spiegato il manager. «In Byd i cicli di sviluppo sono molto rapidi: in 18 mesi si passa dall'avvio della pianificazione al modello, grazie all'impiego massivo dell'intelligenza artificiale».

Secondo Altavilla l'industria europea rischia di perdere la competizione con i costruttori cinesi sulle nuove tecnologie. «Combattere una guerra con i costruttori cinesi su questo terreno è una scommessa perdente», ha avvertito, prima di toccare un tema sul quale la curiosità sta crescendo: quello del terzo stabilimento europeo di Byd, dopo gli impianti già annunciati in Ungheria e Turchia.

Altavilla ha confermato che il processo di selezione è in corso e che la decisione sarà presa entro la fine dell'anno, ma ha voluto smentire alcune indiscrezioni recenti pubblicate da Reuters che davano la Germania come scelta definitiva, dal momento che Berlino lo scorso autunno aveva votato contro i dazi europei alle auto cinesi.

«Non c'è nessuna decisione presa. Stiamo ancora valutando diverse opzioni e decideremo entro l'anno», ha detto Altavilla. Tuttavia ha lasciato intendere che la scelta dipenderà molto proprio dalla politica dei singoli Paesi nei confronti dell'industria automobilistica cinese: «È difficile pensare di localizzare un impianto in Paesi che non sono friendly con le auto cinesi. L'Italia, ad esempio, ha votato a favore dei dazi contro la Cina, ma tutto può ancora cambiare».

Cambiare proprio come Byd promette di fare per quanto riguarda la ricarica delle auto elettriche con la sua nuova tecnologia Super e-Platform: grazie a una velocità di picco pari a 1.000 kilowatt basteranno soltanto cinque minuti di spina per raggiungere un'autonomia di 400 chilometri. Un'innovazione che può essere una svolta.

Per fare un confronto, gli ultimi supercharger di Tesla offrono una potenza di ricarica fino a 500 kilowatt e possono aggiungere circa 270 chilometri di autonomia in 15 minuti. La tedesca Mercedes-Benz ha invece annunciato la scorsa settimana che il modello elettrico Cla sarà in grado di ricaricare fino a 325 chilometri in soli 10 minuti. (riproduzione riservata)


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