Pirelli prende le distanze dal suo principale azionista, stabilendo che Sinochem, nonostante abbia il 37% circa delle azioni, non esercita più il controllo sulla casa produttrice di pneumatici italiana. Lo comunica la stessa società al termine del cda che si è tenuto oggi 28 aprile, un consiglio che ha preso atto che «è venuto meno il controllo di Sinochem» e lo ha fatto «ai sensi del principio contabile Ifrs 10, con voto a maggioranza».
Il cda ha anche approvato il bilancio al 31 dicembre 2024 con il voto favorevole di nove su 15 consiglieri. Hanno votato contro il presidente Jiao Jian e i consiglieri Chen Aihua, Zhang Haitao, Chen Qian, Fan Xiaohua, mentre Tang Grace si è astenuta. Il cda proporrà all'assemblea degli azionisti la distribuzione di un dividendo per azione di 0,25 euro per un totale di 250 milioni di euro.
La relazione finanziaria, «su proposta dall’amministratore delegato Andrea Casaluci», ricorda la società, «contiene l’informativa secondo cui, a seguito dell’emanazione del Dpcm Golden Power, è venuto meno il controllo di Mpi Italy (e, per l’effetto, di Sinochem) su Pirelli ai sensi dell’Ifrs 10. Al contempo Pirelli non risulta, ai sensi del predetto principio contabile, sottoposta al controllo di alcun soggetto».
La società spiega che «la verifica della sussistenza del controllo in capo al gruppo Sinochem attraverso Marco Polo Italy (Mpi Italy) era stata sollevata dal collegio sindacale e dal management a seguito dell’emanazione del Dpcm Golden Power e il tema è stato approfondito con l’ausilio di società di revisione e primari studi legali».
I consiglieri che «hanno espresso voto contrario o l’astensione al bilancio» hanno «motivato il loro dissenso unicamente in ragione della dichiarazione di avvenuta cessazione del controllo di Sinochem su Pirelli, non condividendone le relative motivazioni anche in considerazione del fatto che il patto parasociale fra Camfin e Cnrc/MPI Italy è ancora in vigore e che pertanto, a loro parere, Cnrc/MPI Italy mantiene il controllo su Pirelli ai sensi dell’art 93 del Tuf».
La fine dello status di azionista di controllo non obbligherà Sinochem a vendere la propria partecipazione, ma di fatto ridurrà i legami finanziari tra il gruppo cinese e Pirelli, hanno spiegato a Bloomberg alcune fonti.
Nel 2023 il governo italiano guidato dalla premier Giorgia Meloni aveva esercitato il golden power proprio per limitare l’accesso di Sinochem alle informazioni tecniche raccolte dai sensori presenti negli pneumatici Pirelli, citando il rischio di utilizzo strategico dei dati. Successivamente Sinochem è stata sottoposta a revisione per una possibile violazione delle normative che limitano l'influenza cinese sugli asset considerati strategici.
L’ultima mossa di Pirelli per prendere le distanze dal gruppo cinese si inserisce anche nella strategia di rafforzamento della presenza negli Stati Uniti, che si preparano a vietare l'importazione o la vendita di veicoli connessi che utilizzino componenti hardware o software collegati alla Cina. «Il management ricorda che», sottolinea Pirelli, «la decisione in ordine all’assenza del controllo da parte del socio Sinochem rappresenta un primo passo, ma non risolutivo, nel percorso di necessario adeguamento della governance societaria ai vincoli normativi negli Usa, mercato chiave nel segmento dei pneumatici High Value e di sviluppo e diffusione della tecnologia Cyber Tyre».
Il management «ha pertanto ribadito che continuerà nel dialogo con i principali soci per allineare la governance di Pirelli alle normative americane, in particolare quella legata ai veicoli connessi, nell’interesse della società e di tutti i suoi stakeholders». Il vicepresidente esecutivo Marco Tronchetti Provera ha recentemente aumentato la propria quota nella società e ha dichiarato di voler arrivare vicino al 30% del capitale di Pirelli
Oltre ad aver approvato il bilancio, Pirelli comunica poi la conferma - alla luce delle elevate incertezze sui dazi Usa - degli obiettivi comunicati al mercato lo scorso 26 febbraio. La società spiega di «aver già definito un piano di mitigazione dell'impatto dei dazi Usa, qualora entrassero in vigore le misure attualmente annunciate, con l'obiettivo di garantire i target di ebit adjusted e di generazione di cassa nella parte bassa della guidance, raggiungendo pertanto l'obiettivo di deleverage». (riproduzione riservata)