«Noi cresceremo in Cina e cresceremo in America: stiamo lavorando da tempo e siamo vicini a un accordo per farlo». Il vicepresidente esecutivo di Pirelli, Marco Tronchetti Provera, lo ha detto ieri, ribadendo anche la fiducia nel negoziato con il socio cinese Sinochem per una governance di Pirelli che si adegui alla normativa statunitense: «Verrà superata questa difficoltà, andiamo tranquillamente avanti, faremo quello che dobbiamo fare», ha sottolineato il manager, ricordando che c'è «la volontà degli Stati Uniti di avere Pirelli come investitore» così come un «totale supporto politico» in Cina.
Qualche giorno fa lo stesso Tronchetti aveva annunciato i festeggiamenti in Cina, il 18 giugno prossimo, per i 20 anni di attività della Pirelli in quel paese, organizzati con il supporto delle autorità locali della città di Yanzhou, nella provincia dello Shandong, dove è insediato lo stabilimento del gruppo milanese, un altro importante segnale di distensione tra i dirigenti italiani del gruppo e la proprietà di maggioranza relativa cinese.
«Andiamo tranquillamente avanti, faremo quello che dobbiamo fare», ha dichiarato Tronchetti Provera, a meno di tre settimane dal nuovo consiglio d'amministrazione di Pirelli chiamato ad approvare il bilancio 2024. «Abbiamo con noi la volontà degli Stati americani di averci come investitori. Abbiamo con noi anche il livello politico cinese che assolutamente è felice che noi ci siamo. Abbiamo un totale supporto politico. Il governo italiano sa che Pirelli è un'azienda strategica e sa che Pirelli ha tecnologie che non ha nessun altro nel mondo dei pneumatici e dei software connessi alle case auto».
Secondo Tronchetti Provera il governo italiano «è sempre attento in un'ottica di collaborazione e senza rotture». E ha aggiunto: «Noi stiamo cercando proprio di fare quello che vogliono le autorità cinesi da una parte, e il fatto di avere 5 mila posti di lavoro lì è un bel segnale; dall'altra in America abbiamo investimenti nell'ordine di un miliardo o anche di più e nuovi posti di lavoro almeno per mille persone. Abbiamo una grande produzione in Messico ma vogliamo averla in America e ci stiamo lavorando da un anno: non c'entrano i dazi, dobbiamo svilupparci anche in America e siamo vicini a un accordo per farlo».
Sul tema alternative all'emergenza dazi Tronchetti ha aggiunto che «io sono lì da 39 anni, è da 39 anni che abbiamo piani di emergenza e sempre li abbiamo superati: in questo caso noi abbiamo un vantaggio, siamo in una fascia tecnologica dove la domanda tiene ancora, siamo leader nella parte software e connessioni fra il terreno e il sistema di controllo della vettura, siamo gli unici ad averlo». (riproduzione riservata)