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Azienda Finanza

Le Generali vogliono espandersi ancora in Asia

Dopo l’acquisizione in Malesia il gruppo è pronto a ulteriori operazioni tra Cina, India e Vietnam. Ma anche in Brasile e Argentina. Intervista ad Anchustegui, ceo International della compagnia triestina


28/06/2021 17:59

di Anna Messia - Class Editori

settimanale
Jaime Anchústegui Melgarejo di Generali

«Quest’anno Generali Assicurazioni ha compiuto 190 anni e per continuare a essere leader per i prossimi 190 anni il gruppo dovrà puntare forte sull’Asia». Jaime Anchústegui Melgarejo ha raccontato a MF-Milano Finanza le ragioni dell’ultima operazione siglata in Malesia dal Leone, ossia l’acquisizione degli asset messi in vendita da Axa per 262 milioni di euro.

Anchústegui, da quasi tre anni a capo dell’International (ovvero Spagna, Portogallo, Svizzera, Sudamerica, Sud Europa e Asia), in Generali lavora da 30 (è stato tra l’altro ceo della Spagna e regional manager dell’America Latina) e non ha dubbi: «Generali è una delle principali compagnie europee e l’Europa resterà il pilastro del gruppo, vista la centralità del Vecchio Continente nel mondo, ma l’Asia rappresenta un’opportunità imperdibile, dalla Cina all’India passando per l’Indonesia e la Malesia, dove dopo l’acquisto degli asset di Axa siamo pronti a crescere anche nel ramo Vita».

Domanda. Quali opportunità avete visto in Malesia?

Risposta. È un Paese giovane di 36 milioni di abitanti e che sta crescendo rapidamente. Il reddito pro capite ha raggiunto 8.700 euro e si prevede superi 11 mila euro entro il 2025. Nei mercati in fase di sviluppo si è visto che quando si raggiunge la soglia dei 10 mila euro la domanda assicurativa esplode perché aumentano i consumi della classe media. Generali è pronta a cogliere questa opportunità, visto che dall’aggregazione delle compagnie di Axa con quelle che già avevamo nel Paese raggiungeremo la seconda posizione nel ramo Danni con 405 milioni di premi e un’ottima redditività. Nel periodo 2016-2019 la Malesia ha registrato il miglior combined ratio di tutta l’Asia per Generali. Ma c’è un’altra buona ragione che ci hanno spinto a crescere a Kuala Lumpur. 

D. Quale?

R. La possibilità di stringere la presa sulle compagnie. Abbiamo chiesto alle autorità locali di salire al 100% di Mpi Generali rilevando la quota nella joint venture del partner Multi-Purpose Capital Holdings Berhad e con la fusione tra le due compagnie deterremo il 70% del nuovo aggregato, mentre il 30% sarà in mano a Affin Bank, la decima banca della Malesia, con la quale abbiamo firmato un accordo bancassicurativo in esclusiva.

D. Per una compagnia straniera intenzionata a crescere nei Paesi asiatici la difficoltà maggiore è raggiungere la maggioranza delle società con cui si opera. Dal bilancio Generali emerge che l’Asia nel 2020 ha raccolto complessivamente poco più di 3 miliardi rispetto agli oltre 70 del gruppo…

R. Le opportunità di crescita però non mancano e ci sono Paesi che si stanno aprendo di più. Come l’India, dove nel 2018 abbiamo completato l’aumento della partecipazione nelle joint venture assicurative con Future Group passando dal 25,5 al 49% con un investimento di 120 milioni. Ora il governo indiano sembra intenzionato ad alzare ulteriormente la soglia per gli stranieri al 74% e noi siamo pronti a cogliere l’occasione. Così come in Indonesia o in Vietnam, dove siamo già presenti con strutture profittevoli. Oltre ovviamente alla Cina, dove operiamo in joint venture assieme a China National Petroleum Corporation, la più grande società petrolchimica del Paese.

D. Il recente rafforzamento dell’asse Usa-Ue potrebbe rallentare la crescita di Generali in Cina? 

R. Non sono un esperto di geopolitica, ma posso dire che andiamo molto d’accordo con i nostri partner cinesi e vogliamo crescere ancora.

D. Lei è anche a capo delle attività di Generali in America Latina, dal Brasile all’Argentina. Il primo Paese sta soffrendo molto per gli effetti della pandemia e il secondo ha appena evitato un nuovo default. Qual è il vostro bilancio?

R. In Brasile, dove siamo presenti da quasi 100 anni, non siamo ancora riusciti a ottenere la posizione di leadership che vorremmo, ma anche in questo caso potremmo valutare opportunità di crescita. Diverso il caso dell’Argentina, dove la nostra compagnia, la Caja, è un marchio di riferimento nel Paese in campo assicurativo. È una realtà che conosco molto bene, visto che in America Latina ho iniziato la mia carriera nel 1993. È gestita molto bene e stiamo portando avanti una trasformazione tecnologica sorprendente. Certo, il Paese è alle prese con un grande problema economico e sociale, aggravato dalla pandemia. Ma si riprenderà e Generali sarà sempre lì, pronta a crescere ancora. (riproduzione riservata)


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