Semestre record per Pirelli che chiude il periodo con ricavi in crescita del 24,6% a 3,19 miliardi e con un balzo dell'utile netto del 77,1% a 233 milioni nonostante le difficoltà macroeconomiche, dalla crescente inflazione alle difficoltà lungo la catena di fornitura fino al lockdown in Cina. Grazie a questi risultati Pirelli ha rivisto al rialzo alcuni target per l'intero 2022. In particolare, il produttore di pneumatici si aspetta ricavi compresi tra 6,2 e 6,3 miliardi di euro (circa 300 milioni in più rispetto al precedente target di 5,9-6 miliardi) con una crescita su base annua attesa tra il 17 e il 18%, per effetto dei volumi totali confermati in crescita tra +0,5 e +1,5% (in linea con la precedente indicazione) ma con una migliore performance sul segmento high value, in particolare nel primo equipaggiamento.
La generazione di cassa netta (ante dividendi) sarà invece compresa fra 450 e 470 milioni (rispetto ai 450 milioni della stima precedente) grazie alla crescita dell'ebit adjusted e a un'efficace gestione del circolante.
Anche il price/mix (che nel semestre ha toccato la crescita record del 20,4%) è atteso in miglioramento con un incremento fra il 13,5 e il 14,5% rispetto alla precedente indicazione di +10/11%, per effetto di ulteriori aumenti di prezzo. Gli investimenti sono invece confermati a 390 milioni (6% dei ricavi) mentre la posizione finanziaria netta è confermata negativa per 2,6 miliardi con un rapporto pfn/ebitda adjusted di 2.
Per quanto riguarda la situazione macroeconomica, Pirelli è «fiduciosa di non avere impatti rilevanti sulla continuità del business nel prossimo inverno» legati a un potenziale rischio in Europa di crisi di approvvigionamento del gas proveniente dalla Russia. Lo ha spiegato Marco Tronchetti Provera, ceo e vicepresidente esecutivo, durante la presentazione dei conti. Da subito, ha aggiunto, «abbiamo istituito un comitato interfunzionale definendo un contingency plan volto a garantire la continuità dell'attività produttiva», ha detto il numero uno del gruppo degli pneumatici, spiegando che il piano prevede l'utilizzo di fonti alternative al gas naturale, l'accelerazione dei progetti di riduzione dei consumi energetici e il contenimento dei rischi legati ai fornitori verificando la loro esposizione al rischio e supportandoli nello sviluppo di piani di mitigazione in caso di aggravamento dello scenario. Così come accaduto durante l'emergenza Covid-19 e la crisi russo-ucraina, la società farà «leva sulla flessibilità della struttura produttiva e logistica per assicurare un adeguato livello di servizio ai clienti», ha concluso Tronchetti Provera. In riferimento alla Russia il gruppo, come già reso noto in occasione della pubblicazione dei risultati del primo trimestre, ha confermato di aver sospeso gli investimenti nelle fabbriche nel Paese con eccezione di quelli destinati alla sicurezza. La Russia nel 2021 rappresentava il 3% del fatturato di Pirelli - incidenza sostanzialmente invariata nel primo semestre 2022 - e circa l'11% della capacità del segmento auto, principalmente standard e per circa la metà dedicata all'export. (riproduzione riservata)