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Taiwan vuole impedire a Foxconn di investire ancora in Cina

Il più grande produttore mondiale di elettronica aveva annunciato il mese scorso di volere acquisire una partecipazione minoritaria in Tsinghua Unigroup, investimento che potrebbe aumentare la quota di mercato del gruppo taiwanese nel settore dell'auto elettrica


11/08/2022 11:24

di Elena Dal Maso - Class Editori

settimanale
Young Liu, presidente di Foxconn

I funzionari della sicurezza nazionale di Taipei vorrebbero, secondo il Financial Times, costringere il maggior fornitore di Apple, Foxconn (di proprietà taiwanese), a liquidare un investimento da 800 milioni di dollari nella società di chip cinese Tsinghua Unigroup.

L'investimento di Foxconn, il più grande produttore mondiale di elettronica e il maggiore datore di lavoro del settore privato in Cina, è stato annunciato il mese scorso e ha reso il gruppo il secondo azionista di Tsinghua. Ma l'accordo ha posto una delle più grandi società di Taiwan al centro della crescente competizione tecnologica di Pechino con l'Occidente.

La Commissione per gli investimenti non ha ancora esaminato formalmente il caso, ma i funzionari del Consiglio di sicurezza nazionale del Presidente e del Consiglio per gli affari continentali, che si occupa di politica cinese, ritengono che l'accordo debba essere bloccato.

Hon Hai, la società quotata a Taiwan di Foxconn, ha dichiarato il 14 luglio di aver acquisito una partecipazione indiretta in Beijing Zhiguangxin Holding, l'azionista di controllo di Tsinghua Unigroup. L'accordo ha innescato gli avvertimenti della commissione di investimento del ministero dell'economia taiwanese secondo cui Foxconn potrebbe essere multata fino a 25 milioni di dollari locali (832.000 dollari Usa) perché non ha presentato domanda di approvazione preventiva.

L'investimento in Tsinghua Unigroup ha senso per Foxconn, che si è tradizionalmente concentrata sull'assemblaggio di prodotti elettronici a basso margine e ad alta intensità di manodopera come smartphone e produzione, ma sta cercando di rafforzare la sua attività nei semiconduttori.

Young Liu, capo della divisione semiconduttori che ha assunto la presidenza di Foxconn tre anni fa, si è impegnato ad espandere l'unità per aumentare i margini di profitto e garantire la fornitura di chip, in particolare per il settore dei veicoli elettronici.

Ma Taipei teme che l'accordo possa portare Foxconn a finanziare un'accelerazione delle ambizioni tecnologiche di Pechino. Sebbene il gruppo stia diversificando le linee di produzione oltre la Cina, il 75% della capacità è concentrato sulla terraferma e gli analisti hanno messo in evidenza che sarebbe difficile per il gruppo iniziare a disinvestire. I funzionari ritengono che un tale sviluppo potrebbe indebolire economicamente Taiwan e dare alla Cina più leva per spingerla a sottomettersi al controllo di Pechino.

Il governo taiwanese è particolarmente preoccupato per il fatto che il partner di Foxconn nell'accordo, WiseRoad Capital, abbia stretti legami con Pechino. Soprattutto ora, con l'adozione del Chips Act, gli Usa stanno intensificando le iniziative per rafforzare la produzione di semiconduttori in casa e lavorando con alleati per controllare il flusso di tecnologia verso la Cina. (riproduzione riservata)


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