Con oltre mezzo scudetto appuntato sul petto, il futuro dell’Inter potrebbe essere a stelle e strisce. Come già avvenuto per Milan, Roma, Parma, Fiorentina e Spezia - il Bologna è ha la proprietà made in Canada -, anche per il club nerazzurro si fa largo l’ipotesi di una nuova proprietà americana. Non si tratterà tuttavia del fondo di private equity Bc Partners - la trattativa è stata congelata per la distanza tra domanda, 800 milioni, e offerta, 650 milioni.
Secondo quanto appreso da MF-Milano Finanza da più fonti finanziarie, starebbe infatti prendendo forma l’opzione rappresentata da una spac che sta ultimando la raccolta (si parla di almeno un miliardo di dollari) negli Stati Uniti per essere poi quotata a Wall Street. Del resto, Oltreoceano questi veicoli d’investimento furoreggiano: solo nel primo trimestre ne sono stati promossi 297 per una dotazione di 97 miliardi di dollari.
Dietro a questa spac che studia il dossier Inter ci sarebbe un imprenditore statunitense pronto a scommettere forte sul soccer come fatto da altri suoi connazionali, benché l’investimento nel calcio italiano non sia al momento così redditizio.
Se il fondo Elliott in pochi anni ha già raggiunto un’esposizione di oltre 650 milioni, il club presieduto da Steven Zhang, saldamente in testa nel campionato di Serie A, sta vivendo stagioni complicate dal punto di vista della gestione del business. Complice la pandemia, la società aveva archiviato l’esercizio fiscale 2019-2020 con una perdita di 102,4 milioni, mentre i primi sei mesi del 2020-2021 si sono chiusi, a fine dicembre, con un disavanzo di 62,7 milioni: una cifra quasi doppia rispetto ai -32,7 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente. Sui conti pesa in particolare l’elevato monte ingaggi della rosa.
Tornando al futuro assetto proprietario, come già riferito da questo giornale lo scorso 31 marzo, l’azionista Suning sta studiando l’emissione di un nuovo bond da circa 250 milioni da usare in parte per rifinanziare il prestito da 375 milioni (di cui 75 emessi a luglio 2020) già in essere e in scadenza nel 2022.
Una mossa che farebbe sì crescere il debito societario, ma al tempo stesso risolverebbe eventuali problemi di liquidità prospettati dalle agenzie di rating. Quanto incassato dal bond verrebbe in parte utilizzato per provare l’assalto al restante 31% del capitale societario oggi in mano al fondo Lion Rock Capital, che da mesi sta valutando l’uscita dall’Inter.
Contestualmente, sul fronte finanziario, continuano a studiare le mosse del club nerazzurro i fondi Fortress, Oaktree e Bain che potrebbero intervenire acquisendo la quota di minoranza di Lion Rock e partecipando all’emissione del bond. Non è da escludere che intanto possa arrivare, da Goldman Sachs un prestito bridge da 80 milioni. Il tutto in vista della possibile definizione del riassetto proprietario che potrebbe concretizzarsi a giugno. (riproduzione riservata)