MENU
Azienda Information Technology

Huawei, si allarga ai subfornitori il boicottaggio Usa

Le ulteriori restrizioni all'accesso di Huawei alla tecnologia americana decise ieri dal dipartimento del Commercio degli Stati Uniti colpiscono anche una quarantina di affiliate del gruppo cinese in 21 Paesi. Ora si teme che ritorsioni cinesi possano colpire l'attività di imprese americane, tra cui Apple, in Cina


18/08/2020 17:56

di Francesca Gerosa - Class Editori

settimanale
Un modello di smartphone Huawei 5g low cost

Il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha ulteriormente rafforzato le restrizioni all'accesso di Huawei alla tecnologia americana, aggiungendo anche una quarantina di affiliate dell'azienda in 21 Paesi alla sua blacklist economica. "Il Dipartimento di Stato sostiene con forza l'espansione odierna del Dipartimento del Commercio del suo Foreign Direct Product Rule, che impedirà a Huawei di aggirare la legge statunitense attraverso la produzione di chip alternativi e la fornitura di chip off-the-shelf (OTS) prodotti con strumenti acquisiti dagli Stati Uniti", ha detto ieri il segretario di Stato americano, Mike Pompeo.

Il Dipartimento del Commercio in una dichiarazione a parte ha affermato di aver aggiunto 38 nuove affiliate Huawei in 21 Paesi alla sua Entity List, "perché presentano un rischio significativo di agire per conto di Huawei contrariamente alla sicurezza nazionale o agli interessi di politica estera degli Stati Uniti". Le restrizioni sono l'ultima misura della campagna dell'amministrazione Trump per tenere a freno Huawei.

Oltre a limitare l'accesso della società a chip contenenti tecnologia americana, gli Stati Uniti hanno impedito a Huawei di acquisire chip progettati nei propri laboratori e costruiti utilizzando apparecchiature o software statunitensi. Ciò ha danneggiato la capacità della società di acquistare chip da Taiwan Semiconductor Manufacturing, il più grande produttore mondiale di chip. I funzionari dell'amministrazione Trump hanno anche fatto pressione sui Governi alleati affinché impediscano a Huawei di costruire le loro reti 5G. 

La risposta cinese è stata affidata al portavoce del ministero degli Esteri cinese, Zhao Lijian, che durante il briefing quotidiano, ha esortato Washington a smettere di screditare le aziende cinesi. Il governo cinese continuerà ad adottare tutte le misure necessarie per salvaguardare i legittimi diritti delle sue aziende, ha detto Zhao.

La Cina si opporrà fermamente alla estromissione di Huawei Technologies, il più grande produttore mondiale di apparecchiature per le telecomunicazioni e il fornitore di smartphone numero uno al mondo, da parte degli Stati Uniti, ha ribadito il funzionario cinese.

Con le nuove restrizioni ora Huawei dovrà ottenere una licenza prima di vendere microchip che siano prodotti utilizzando macchinari o software americani. "La nuova direttiva è più stringente di quella precedente che vietava solo la fornitura di chip disegnati da HiSilicon e prodotti da terzi, ad esempio Tsmc o STMicroelectronis, mentre ora viene vietata anche la fornitura di chip non custom made", ha spiegato un analista finanziario.

E' da verificare se la nuova direttiva americana possa creare delle ritorsioni da parte del governo cinese su aziende americane, ad esempio Apple. "La notizia è negativa per tutti i fornitori di Huawei inclusa STM per cui la società cinese è un cliente top10 anche se è probabile che il minore fatturato verso Huawei possa essere rimpiazzato da nuove forniture ad altri OEM, i produttori di apparecchiature originali, cinesi come Xiaomi, Oppo e Vivo", ha osservato lo stesso analista finanziario. (riproduzione riservata)


Chiudi finestra
Accedi