Dal 3 febbraio prossimo Iran Air opererà i collegamenti tra tra Teheran e Roma. Due voli dall'Aeroporto Iman Khomeini della capitale iraniana, con frequenza il martedì e il venerdì. A riferirlo è la stampa locale. Il servizio punta a sostituire Mahan Air, vettore sotto sanzioni statunitensi, dallo scorso dicembre non più autorizzata a volare in Italia dall’Ente nazionale per l’aviazione civile (Enac), autorità governativa che risponde al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit)
La decisione era stata presa a stretto giro dalla visita in ottobre del segretario di Stato Usa, Mike Pompeo a Roma, occasione per esortare il governo a chiudere la tratta alle compagnie della Repubblica islamica. "I programmi presentati dalla compagnia aerea iraniana Mahan Air per la stagione di traffico Iata Winter 2019-2020 (che termina il 28 marzo 2020) sono stati autorizzati dall’Enac solo per un periodo limitato di tempo, fino al 15 dicembre 2019, al fine della riprotezione dei passeggeri che hanno acquistato i titoli di viaggio venduti nei mesi scorsi dalla compagnia", spiegava l'Enac a fine ottobre.
La compagnia era infatti sotto sanzioni dal 2011 in quanto accusata di fornire servizi al Corpo dei guardiani della rivoluzione, le forze militari d'elité, meglio conosciute con l'appellativo di pasdaran. Al momento Iran Air, che già vola su Milano, è passata indenne e ora servirà a bypassare la richiesta Usa.
Le tensioni tra Teheran e Washington con l'avvento dell'amministrazione Trump hanno ostacolato i rapporti della Repubblica islamica con l'Italia. Come riferito da MF-Milano Finanza nei giorni successivi all'uccisione del generale Qassem Soleimani e della seguente rappresaglia degli ayatollah contro gli Stati Uniti, dei 36 accordi industriali siglati fra gennaio e aprile 2016 in scia ai due bilaterali fra il governo Renzi e quello di Teheran non ne rimane in piedi quasi nessuno.
Ferrovie dello Stato, per esempio, ha lasciato cadere il pre-accordo da 1,2 miliardi di euro per costruire l’alta velocità fra Arak e la città santa sciita di Qom. La commessa è stata rilevata da imprese cinesi. Stessa sorte è toccata ad Anas International Enterprise (Aie, controllata Fs), che nel 2016 aveva avviato approfondimenti tecnico-economici per completare il corridoio autostradale Nord-Sud dell’Iran nel quadro della nuova Via della Seta. Il valore dei lavori su 1200 km di strade era stato stimato in circa 700 milioni di euro e Aie aveva svolto diversi incontri con Cdp, Sace e altri istituti italiani e internazionali per trovare i finanziamenti. «L’aggravarsi del regime sanzionatorio del maggio 2018 ha di fatto bloccato l’iniziativa impedendo qualsiasi accesso a strumenti di finanziamento», rileva la relazione al bilancio 2018 di Aie.
Del resto, a eccezione di due banche locali, nessun istituto di credito italiano si arrischia a supportare le attività delle imprese a Teheran, fosse solo per incassare le lettere di credito. Sono perciò congelate anche le attività di Saipem e Ansaldo Energia in Iran, le commesse da 1,5 miliardi ottenuti nel 2016 da Danieli (per la costruzione di una centrale elettrica e di un’acciaieria) e il contratto da 70 milioni di Pininfarina con la casa auto Iran Khodro. Tutto rimandato in attesa di tempi migliori, se e quando le relazioni fra Teheran e Washington miglioreranno.