Aeoporto di Haikou, Isola di Hainan, dove si è appema chiusa l’annuale conferenza dell’Asia Forum che aveva come tema “Shared Future, Concerted Action, Common Development”: alle sei del mattino è un cicaleccio di turisti cinesi che rientrano dai pacchetti vacanze preconfezionati dalle agenzie con le super offerte di queste settimane. Sono il solo straniero presente a quell’ora in mezzo ad una ressa di persone, tutte munite di borse contenenti frutta tropicale. Infatti dei duemila delegati presenti alla conferenza la maggior parte erano di nazionalità cinese o di nazioni gravitanti attorno all’orbita della Cina.
A Bo’ao, pero, la delegazione italiana sia istituzionale che imprenditoriale, è stata la più numerosa tra quelle delle Nazioni europee che vi hanno partecipato. Era composta dal ministro del Tesoro, Giovanni Tria, dal sottosegretario allo sviluppo economico Michele Geraci, dal professor Romano Prodi in qualità di membro del Board del BFA (Bo'ao Forum Asia) e dai rappresentanti di grandi aziende e professionisti, fra cui Fincantieri, Banca Intesa, Haier Candy Group, Spal group, In 3act consulting, Snam, Gefran, Bank Pictet Asia, Humin ecommerce, Studio Bonelli Erede, Weihang Garment.
La loro prtecipazione è stata il risultato di un lavoro di cesello e relazioni iniziato tre anni fa dalla società di consulenza aziendale Ambrosetti. A quel tempo eravamo in pochi e forse prevaleva il solito scetticismo italiano nei confronti di iniziative cosi distanti dal nostro Paese e con una visione asiacentrica. Il ministro Tria, il sottosegretario Geraci, il professor Prodi, il senior partner di Ambrosetti, Paolo Borzatta, e Aldo Fumagalli sono stati protagonisti nei diversi panel. La rappresentanza italiana è stata poi parte delle giornate di discussione e, personalmente, lo ritengo molto positivo per un confronto normalmente difficile da ottenere specialmente per noi che viviamo in Cina.
Forse quest’anno il tema è risultato po’ in sottotono rispetto allo scorso anno quando la tensione in fieri tra Cina e Stati Uniti per la conclamata guerra commerciale aveva suscitato un’alea di attesa per le considerazioni espresse dal Presidente Xi Jinping che di certo non ci avevano delusi.
Infatti dai panels cui ho partecipato non è emerso un qualcosa di nuovo o innovativo e i confronti tra gli speaker sono stati spesso ripetitivi riprendendo le tematiche ancora una volta riferentesi ai rapportI tra Stati Uniti e Cina in previsione sopprattutto della prossima edizione del G20 che si terrà in Giappone alla fine di giugno dove probabilmente sarà posta in discussione la cornice dell’accordo del WTO.
Il panel Rethinking and Reform Global Governance ha avuto come protagonista James Bacchus che, tra i diversi incarichi ricoperti, è giudice della Camera arbitrale del WTO. I suoi interventi, di taglio squisitamente giuridico, hanno permesso di comprendere meglio le specificità delle procedure contenute dell’accordo riguardo la multilaterità e le possibilità di ricorsi alla Commissione come la Sezione 301 contenuta nel Trade Act del 1974 che stabilisce l’azione autonoma da parte del Presidente americano in carica.
Nel panel Le automobili nel 2050 si è declinato il futuro dell’auto elettrica e la funzione della guida autonoma cercandone forzatamente una congiunzione ideale in un modello di Smart City dove rumore e inquinamento scompariranno a favore di una idilliaca vita sociale. Quando però si è entrati nel problema della ricarica delle celle a ioni di litio (già rimarcato dal sottoscritto in un precedente articolo) è emerso che un investimento localizzato in qualche area di Shanghai può costare una cifra che varia tra 2 e 5 milioni di euro.
Di maggiore interesse il panel 5G Bringing Things to Life with IoT (Internet of Things). Durante questa sessione è stato fatto un volo pindarico verso la nuova tecnlogia 5G e delle sue possibili applicazioni: dalla guida autonoma per veicoli, inclusi i camion, al progetto di segnalazione di traffico con sensori e telecamere negli incroci che affiancheranno e forse sostituiranno i semafori. Questo programma sarà realizzato di concerto con il ministero dei Trasporti per giungere a una Armonious communication (così è stata definita) tra gli utenti e la rete viaria. Le applicazioni coinvolgerano anche ferrovie ed industria aereonautica.
Un panel che ha mostrato pervicacemente un piano a medio termine per il futuro è stato quello su Free Trade Zone & Free Port: China’s Pratics and International Success Stories. I concetti esternati dai partecipanti hanno chiarito le finalità di queste aree a statuto speciale ed è stato focalizzato in particolar modo il progetto relativo a Free Port di Hainan che, per chi conosce la localizzazione dell’isola, ha anche una funzione geopolitica di controllo dell’area.Per questa ragione verrà richiesta maggiore autonomia con un progetto di legge da presentare alla prossima Assemblea nazionale del popolo.
Concetto in qualche modo ripreso anche nell’intervento centrale del premier cinese Li Keqiang, illustrando la nuova legge sugli investimenti stranieri che include anche acquisizioni di società cinesi. Ha enfatizzato la volontà di migliorare la parità di trattamento tra società cinesi e straniere attraverso la riduzione delle voci nella Negative list ed il rafforzamento della disciplina afferente la proprieta’ intellettuale. Ha aggiunto che non vi sarà il ripristino dello Stimolous package, memoria di qualche anno fa, ma che sono allo studio misure alternative. Il messaggio finale è stato: la Cina è un opportunità per l’Asia e per il mondo.
Il prossimo anno ricorre la ventesima edizione del Forum cui parteciperà il presidente Xi Jinping. Il mio augurio è che la nostra rapresentanza venga ampliata alfine di creare una presenza importante Sulla via della seta.
* general manager di Savino Del Bene, azienda di trasporti internazionali e logistica, attiva in Cina da oltre 25 anni