L’Italia e la Cina celebrano ancora una volta la loro liaison nel segno della moda a Fashion Shenzhen. Dopo il successo ottenuto nelle scorse edizioni , l’evento è tornato a Milano per portare sotto i riflettori tutta la creatività del suo distretto, considerato il primo nel Paese per abbigliamento femminile con un bacino di 2 mila imprese, per il 95% marchi di proprietà, che impiegano un totale di 300 mila dipendenti e oltre 20 mila designer.
Qui la moda ha realizzato un business nel 2018 di 30,7 miliardi di euro, di cui 8,6 provenienti dall’export. L’iniziativa, inserita nel calendario di Cnmi-Camera nazionale della moda italiana, è stata resa possibile grazie al supporto di Sgia-Shenzhen Garment industry association, organizzazione non profit nata nel 1988 e gestita dalle aziende che operano nel settore dell’industria tessile e moda della città cinese.
«La nostra associazione, nata nel 1988, è una piattaforma di promozione dei nostri marchi. Fino a 30 anni fa in Cina non esistevano brand di moda famosi quindi abbiamo deciso di fondare questa associazione per sopperire a tale mancanza. Grazie al supporto del nostro Governo siamo riusciti a crescere e a far conoscere la nostra società e i nostri brand in Cina e nel mondo,» ha spiegato Shen Yongfang, presidente di Sgia, « adesso possiamo affermare che il 99% dei marchi e dei designer del Paese sono a Shenzhen. Questo successo è stato possibile grazie agli sforzi di tutti, della nostra associazione, del Governo cinese e degli stilisti».
L’evento si è tenuto domenica 22 settembre all’interno degli spazi della Società del giardino, a pochi passi dal Duomo. Lo show ha acceso i riflettori sulle collezioni primavera-estate 2020 dei quattro marchi di Yinger fashion group, Insun, Psalter, Song of Song e Yiner, e di Ellassay, marchio della Shenzhen Ellassay fashion co ltd. Anche il brand Distin Kidny ha sfilato per la prima volta a Milano. Una nuova generazione di 20 giovani designer ha invece presentato look chiave del proprio stile.
Tra questi, Rosew, Mascot, Guyan, Denghao, Fishing, Muse Marry, Odbo, Iro Paris e molti altri. «Personalmente amo la cultura cinese», ha raccontato a MF Fashion (gruppo Class Editori) Xiaobin Distin, ceo di Distin Kidny. «Noi abbiamo una storia lunga più di 5 mila anni e quindi la nostra cultura è molto profonda. E ci tenevo a trasportare questi valori nei miei abiti».
«In questa collezione c’è un vestito a cui abbiamo lavorato per due mesi perché interamente lavorato a mano,» ha spiegato ancora Xiaobin Distin, «io sono qui oggi per poter comunicare a tutti attraverso la mia moda la bellezza della nostra cultura. Vorrei che gli italiani riuscissero ad apprezzarla. Ho realizzato dei vestiti che potessero essere indossati anche nella vita quotidiana. Spero che tra la Cina e l’Italia ci possano essere in futuro altre collaborazioni dato noi amiamo la moda italiana».
Shenzhen si trova al momento al centro di un grande fermento culturale e stilistico: situata vicino a Hong Kong, è una delle aree in cui l’industria della moda ha territorio più fertile, ma anche la regione più evoluta sul piano economico e tecnologico in Cina. Dopo aver vinto il premio Città del design nel 2008 insignito dall’Unesco, la città già dal 2015 ha lanciato la sua fashion week con oltre 200 brand e stilisti, per poi condurre una settimana della moda ogni anno, grazie a una piattaforma internazionale che promuove design e comunicazione tra la moda cinese e quella globale.
Shenzhen organizza inoltre il FashionSZshow, kermesse di rilievo nella regione Asia-Pacifico, che si tiene ogni anno a luglio. Durante l’iniziativa la presidente di Sgia ha ribadito ancora l’importanza del rapporto tra Milano e la Cina, che l’anno prossimo celebreranno dieci anni di cooperazione. «L’evento di oggi rappresenta un’integrazione tra due culture, quella di Milano e di Shenzhen, ma in realtà le due città hanno già una collaborazione lunga dieci anni. Gli stilisti milanesi sono venuti a Shenzhen e adesso la maggior parte di loro sono diventati direttori di società o di aziende cinesi dedicate alla moda,» ha ribadito Shen Yongfang, «noi invece siamo venuti a Milano per imparare a conoscere il fashion italiano e per imparare come gestire un’azienda o un’associazione. E a tal proposito penso che il fashion italiano sia il primo nel mondo».
All’evento ha preso parte anche Xuan Zheng, deputy general director industry information technology bureau of Shenzhen, che ha sottolineato quanto siano fondamentali i giovani talenti per il comparto moda. E ha spiegato come il Governo cinese stia preparando una nuova regolamentazione per supportare il settore e gli stilisti. «A Shenzhen gli stilisti sono tutti giovani e noi vogliamo supportarli per dare voce alla loro creatività», ha dichiarato Xuan Zheng.
«Il nostro Governo ha voluto pienamente appoggiare questa associazione e penso che adotteremo a breve una nuova politica per supportare tale campo. Il nostro obiettivo è riuscire a far diventare i marchi e i designer cinesi più internazionali. La Milano fashion week è un evento molto importante e siamo qui per imparare qualcosa. E per riuscire a promuovere i nostri marchi. In futuro vorremmo avere maggiori collaborazioni con i designer italiani e vorremmo anche riuscire a trovare maggiori talenti in Cina. Così il nostro rapporto può diventare più profondo e duraturo», ha concluso. (riproduzione riservata)