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Il lusso a Shanghai, un mercato da (quasi) 70 miliardi di euro

Lo ha rilevato una ricerca di Pwc per Mf Fashion, registrando un tasso di crescita annuo del 5%, in contemporanea con la fashion week della citta, dove da domani saliranno in passerella oltre a 50 marchi locali oltre ad alcuni top occidentali. Tra questi Moncler con Genius, e Brunello Cucinelli


08/10/2024 15:03

di Federica Camurati - Class Editori

settimanale
Erika Andreetta, Pwc

È ancora Shanghai l’hot spot della moda e del lusso in Cina. Con un valore di mercato che la metropoli mira a sviluppare fino 520 miliardi di renminbi (pari a 67,5 miliardi di euro) entro il 2025. E per il settore della moda, il tasso di crescita annuale previsto è del 5%. Sono questi i dati emersi da una ricerca di PwC realizzata ad hoc per MFF mentre, archiviato un settembre ricco di sfilate nelle quattro capitali mondiali della moda, i riflettori del fashion system sono ora puntati verso l’Estremo Oriente.

A Shanghai da domani saliranno in passerella le collezioni spring-summer 2025 di quasi 50 marchi locali. E mentre cresce l’attesa per il maxi evento di Moncler Genius in programma per il 19 ottobre, a prendere parte alla settimana della moda della metropoli cinese sarà anche Vivienne Westwood, che il 17 ottobre tornerà in città per la prima volta dalla primavera del 2012 con il suo show co-ed alla Xintiandi main venue. A margine della kermesse sarà presente anche Brunello Cucinelli. 

Il programma di respiro internazionale conferma il ruolo di primo piano nel comparto della metropoli, che solo tra gennaio e aprile di quest’anno ha registrato 489 prime aperture di negozi, inclusi tre debutti a livello globale o asiatico e 55 nella Cina continentale, numeri che rappresentano un aumento del 55% rispetto al 2023, come riportato da Ju Xinping della Commissione municipale del commercio di Shanghai.

L’obiettivo del governo per Shanghai è chiaro: superare i 2 trilioni di renminbi (oltre 259 miliardi di euro) in produzione nell’industria creativa e del design entro il prossimo anno. «Il sistema industriale cosiddetto 3+6 di Shanghai, che promuove l’innovazione nei prodotti di moda, la produzione intelligente e l’integrazione digitale, mira a trasformare la città in un hub globale della moda, promuovendo innovazione, sostenibilità e tecnologia», spiega a MFF Erika Andreetta, Emea fashion & luxury leader e partner PwC Italia.

«Questo modello si basa su tre pilastri, ovvero manifattura avanzata, economia digitale e sviluppo verde, con la moda tra i sei settori prioritari per posizionare Shanghai come capitale della moda orientata al futuro. L’integrazione tecnologica sarà centrale, con l’adozione di intelligenza artificiale, automazione e realtà aumentata per migliorare la produzione e le esperienze di shopping.

I marchi di moda a Shanghai potranno sfruttare tecnologie innovative per personalizzare i prodotti e ottimizzare la gestione della catena di fornitura. La sostenibilità sarà un altro punto chiave, con l’adozione di materiali eco-friendly e la promozione della moda circolare, in linea con le politiche ambientali globali». Inoltre, il 3+6 supporterà la crescita dei designer locali e dell’industria creativa, rendendo Shanghai un incubatore per nuovi talenti e brand emergenti. «La città è destinata a diventare sempre più un centro di riferimento per la moda a livello mondiale, con opportunità di integrazione con altri settori tecnologici, come il wearable tech e i tessuti intelligenti», precisa l’esperta.

Nel luxury, nel 2023 Shanghai ha registrato un volume di consumi di prodotti di alta gamma pari a 53,5 miliardi di renminbi (6,95 miliardi di euro), posizionandosi davanti a Pechino e a Chengdu, secondo uno studio di Daxue consulting. D’altra parte, le strategie dei brand di lusso puntano sui Vic-Very important clients e sugli Ultra high net worth individuals e, per quanto riguarda questi ultimi, Shanghai vanta una delle più alte concentrazioni in Asia con un numero significativo di 166 mila persone.

Questi clienti, che rappresentano solo l’1% della popolazione, detengono il 43% delle risorse finanziarie globali e diverse griffe occidentali, come Louis Vuitton o Gucci, stanno investendo massicciamente nell’apertura o nel rinnovo di negozi esclusivi anche a Shanghai dedicati a questi consumatori, offrendo servizi su misura, prodotti personalizzati e un’esperienza cliente unica per contrastare i cali di vendite, che riguardano anche la Cina.

«La crisi immobiliare sta avendo ripercussioni non solo sul settore delle costruzioni e della compravendita di case, ma ha effetti diffusi su tutta l’economia locale», racconta a MFF Mario Boselli, presidente di Iccf-Italy China council foundation. «Nei consumatori cinesi è cambiata la percezione del loro stato di salute e questo clima di incertezza generalizzata ha dato origine al momento di stasi che stanno vivendo i brand stranieri che operano in Cina.

La Shanghai fashion week in partenza, pensata per promuovere soprattutto i designer e l’artigianato locale offrendo visibilità ai talenti autoctoni, è positiva di per sé, perché questi eventi sono sempre un momento favorevole per il settore. Si dovrà tuttavia attendere per vedere se il raccolto sarà buono dopo la semina».

Intanto, diversi marchi di moda premium o di lusso cinesi emergenti stanno guadagnando popolarità sia a livello nazionale che internazionale. Tra questi spiccano Shang Xia, griffe fondata in collaborazione con Hermès e oggi partecipata da Exor della famiglia Agnelli-Elkann, ma anche Angel Chen, dallo stile eccentrico e colorato, che mescola influenze cinesi e occidentali in collezioni avant-garde e che diversi anni fa ha preso parte sia a Milano moda donna che alla London fashion week. E poi ancora, segnala PwC, Didu, Shushu/Tong, Ms Min, il brand sportivo Li-Ning, Caroline Hu, Vivienne Tam e Xander Zhou.

«I clienti di Shanghai sono esposti ai marchi globali da molto tempo, da quando sono stati introdotti in Cina, e i loro gusti sono in continua evoluzione», osserva infine con MFF Swetha Ramachandran, gestore del fondo Artemis (lux) leading consumer brands. «Siamo stati a Shanghai appena la settimana scorsa e abbiamo notato che i gusti del mercato si stanno polarizzando. Gli individui con grandi patrimoni continuano a spendere per marchi come Hermès nel lusso o Cartier nella gioielleria, ma notiamo anche l’emergere di molti marchi value locali, che si rivolgono a un consumatore di fascia bassa. Ci sono marchi emergenti di alta gamma, come Icicle, che si stanno affermando e stanno ottenendo buoni risultati», conclude l’esperta. (riproduzione riservata)

 


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