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Azienda Manifatturiero

Il vaccino russo Sputnik prodotto su impianti made in Italy

Sono le linee di riempimento prodotte dalla senese Corima, che fa parte del gruppo Marchesini, leader mondiale nelle forniture per prodotti farmaceutici, gi' fornitore di Taiwan. Il gruppo fondato da Maurizio Marchesini sta crescendo con gli ordini per le linee vaccini da tutto il mondo


02/02/2021 18:15

di Stefano Catellani - Class Editori

settimanale
Valentina Marchesini, marketing manager del gruppo

Produrre milioni di flaconi di vaccino in tempi record, ma garantendo la massima affidabilità. Era questo il punto di partenza della società russa Biocad per produrre in tempi record a San Pietroburgo il vaccino Sputnik. Il punto di svolta i manager russi lo hanno trovato nella Packaging Valley emiliana e nelle linee di produzione, l’automazione digitale, sviluppate dal Marchesini Group di Pianoro sull’appennino bolognese.

Una commessa importante ma non l’unica a caratterizzare una fase di sviluppo che continua da decenni e che nel 2020 ha subito solo parziali rallentamenti grazie alla visione orientata all’innovazione impressa dal presidente Maurizio Marchesini. Il vaccino russo Sputnik V sviluppato dagli scienziati dell'Istituto di ricerca Gamaleya di Mosca e annunciato da Putin l’11 agosto viene prodotto in grande quantità anche grazie alla tecnologia italiana. 

«Il vaccino russo viene prodotto in un'azienda a San Pietroburgo sulle nostre linee» ha spiegato Valentina Marchesini direttore delle risorse umane, della Beauty Division, del reparto Marketing&Communications e membro del consiglio di amministrazione del Marchesini Group.

Le aziende russe che producono il vaccino Sputnik V, al momento, sono solo tre, ma altre unità produttive si aggiungeranno nei prossimi mesi, fuori e dentro i confini russi. Due sono a Mosca la Pharmastandard e la Binnopharm mentre già in dicembre lo stabilimento Biocad a San Pietroburgo (il gruppo attivo dal 2001 conta 2.700 addetti) ha prodotto un milione di dosi di vaccino, dato confermato dall’amministratore delegato di Biocad Dmitry Morozov. La produzione può aumentare, più che raddoppiare proprio grazie alle machine fornite al Marchesini Group.

A rendere vincente in tutto il mondo la tecnologia made in Italy di casa Marchesini è la Corima, azienda senese specializzata nelle macchine automatiche per il riempimento di flaconi di vetro, fiale e sirighe con prodotti iniettabili. I vaccini appunto che escono pronti all’uso al ritmo di 200 flaconi al minuto.

Le linee partite dallo stabilimento di Monteriggioni girano a pieno ritmo e la pipeline di ordini cresce. Corima (Cstruzione riparazione macchine uutomatiche) nasce nel 1979 e dal 2008 è entrata a far parte di Marchesini Group, una delle tante acquisizioni vincenti di Maurizio Marchesini, e si è trasformata diventando la prima azienda al mondo a realizzare linee complete per il confezionamento facendosi carico sia del riempimento che del confezionamento, fino alla pallettizzazione.

Nell’ottobre 2019, in occasione del 40° anniversario della sua nascita, Corima, che ha 130 dipendenti, ha ampliato gli  stabilimenti con un investimento da a 7 milioni di euro. La spinta indotta dalla pandemia da Covid 19 accelera i piani di sviluppo delle aziende farmaceutiche di tutto il mondo e contatti per ordinare macchine arrivano al team Marchesini praticamente ogni giorno.

«Il 2020 è stato un anno difficile ma al contempo di grande crescita per la Marchesini Group, anche in termini culturali. Ci siamo scoperti resilienti, adattabili ai cambiamenti e alle esigenze in tempi brevi. Come azienda che rientrava nelle categorie autorizzate a produrre abbiamo continuato sempre a lavorare in presenza, e questo ha portato tutti a conoscersi meglio, condividendo anche momenti difficili», ha spiegato Valentina Marchesini. «Abbiamo sempre lavorato anche perché i nostri clienti avevano, e hanno, bisogno di noi».

Marchesini Group esporta l'86% della produzione e prima della pandemia il team perdeva il conto dei chiilometri di viaggii e in azienda arrivavano persone da tutto il mondo per vedere come nascono gli impianti. Oggi molte attività che prima venivano svolte in presenza, come ad esempio i collaudi alle macchine, ora vengono svolte utilizzando la realtà virtuale, la realtà aumentata, oppure con dei kit di telecamere che il cliente può montare autonomamente per permetterci di guidarlo nell'installazione delle linee o nella manutenzione.

Marchesini Group ha anche consolidato i suoi a supporto delle attività di post-vendita a distanza, grazie anche alla costituzione di un’apposita struttura chiamata X-Care che orchestra tutte le procedure di collaudo da remoto. In particolare, nel difficile contesto internazionale, l’azienda ha eseguito il novantesimo collaudo in streaming.

Le attività X-FAT (factory acceptance test) consentono ai clienti impossibilitati a recarsi fisicamente nelle sedi del Gruppo di collegarsi in streaming con i tecnici in-house, portando a termine le procedure di collaudo, grazie all’uso di telecamere fisse e mobili posizionate lungo la macchina o la linea.

Nel 2020 il gruippo ha assunto 66 persone, e quest’anno sono previste oltre 100 assunzioni. Il bilancio 2020 segnerà una flessione rispetto al 2019 chiuso con un fatturato consolidato a 441 milioni di euro, performance che bissava l’ottimo risultato del 2018 ma Pietro Cassani, il ceo , è più che fiducioso che la crescita riprenderà già quest’anno.

«È indispensabile, per noi come Marchesini e per l’Italia come paese, che l’intera filiera delle imprese italiane fornitrici venga consolidata per garantirne crescita dimensionale e geografica. Si tratta di un ecosistema prezioso ma fragile, che va supportato con processi aziendali più efficienti, investimenti costanti e sostenibili, un accrescimento delle competenze tecniche e manageriali e con la garanzia di una corretta etica dei comportamenti nei rapporti economici. Senza tralasciare la rimodulazione degli incentivi legati all’Industria 4.0, per rendere la tecnologia disponibile a tutte le aziende», ha insistito  Maurizio Marchesini, neoeletto vicepresidente di Confindustria con delega alle Filiere e alle Medie Imprese. (riproduzione riservata)


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