L’intesa annunciata a Detroit tra Volkswagen e Ford ha confermato come, nonostante la calma apparente, sul tavolo delle alleanze del comparto automobilistico mondiale siano in atto continue manovre e abboccamenti.
Fonti dell’establishment economico-finanziario hanno riferito a MF-Milano Finanza che nelle ultime settimane si è registrato un rinnovato interesse da parte di controparti cinesi per Fca. O quantomeno per alcuni asset del Lingotto.
Non è la prima volta che le case automobilistiche del Paese asiatico sono accostate al Lingotto quali possibili partner di una aggregazione. E in particolare questi rumors furono decisamente significativi nell’estate 2017 su un possibile interesse da parte sia di Geely che di Great Wall. Che però non avevano portato a nulla.
Secondo le stesse fonti, nelle ultime settimane si sarebbe mosso in particolare Geely, gruppo automobilistico cinese fondato dal magnate Li Shufu che controlla, oltre al brand omonimo nel Paese del Dragone, anche i marchi Proton in Malesia e Volvo, Polestar e Lotus sui mercati occidentali.
In aggiunta il gruppo ha anche una presenza nel business dei veicoli commerciali e alcune controllate operanti nel settore delle auto elettriche. Geeley è uno dei maggiori gruppi cinesi e secondo Fortune nel 2018 la società dovrebbe aver raggiunto un fatturato di 41 miliardi di dollari e un utile di quasi 2 miliardi di dollari.
Il presidente e fondatore di Geely Li Shufu è uno tra i principali azionisti di Daimler, grazie a una partecipazione del 9,7% che possiede a titolo personale, attraverso il veicolo Tenaciou3 Prospect Investment Ltd basato ad Hong Kong.
La società cinese si sarebbe dapprima interessata ad alcuni asset di Cnh che produce i veicoli commerciali, tra cui quelli con il marchio Iveco e le macchine movimento terra, società quotata nelle borse di New York e Milano. Poi l’idea si sarebbe allargata anche a quelli più propriamente automobilistici di Fca.
Una parte degli osservatori considera difficile che, viste le tensioni geopolitiche tra Washington e Pechino, asset statunitensi di Fca possano essere ceduti a una controparte cinese. Per questo una soluzione possibile, qualora l’offerta dovesse essere concretizzata, potrebbe riguardare asset come Alfa Romeo o Maserati.
L’idea potrebbe essere quella di affiancare a un brand premium come Volvo un marchio di natura più sportiva come quello del Biscione. E nel contempo fare un polo di alta gamma tra Lotus e Maserati.
I manager del Lingotto hanno ribadito in questi giorni dal Salone dell’auto di Detroit, in corso, di essere impegnati a portare a termine il piano industriale al 2022 presentato il primo giugno a Balocco e che punta molto sul brand del lusso, ma è evidente che se abboccamenti ci sono stati si sono svolti ai massimi livelli, quindi di ceo, Mikey Manley, o della proprietà, rappresentata dal presidente di Fca e Exor, John Elkann.
In Cina Fca è alleato con Guangzhou Automobile Group Co., Ltd. (GAC Group) con cui nel 2010 ha costituito una jv per per la produzione locale di veicoli a marchio Fiat destinati alla Cina e ad altri mercati della regione. Nel 2015, la partnership è stata ampliata con l'avvio della produzione della Jeep Cherokee presso lo stabilimento GAC-FCA situato a Changsha.
Un’altra importante tappa di questo percorso di espansione del marchio si è concretizzata ad aprile del 2016 con l'apertura di un secondo stabilimento Jeep a Guangzhou, il centro politico, economico e culturale del sud della Cina e terza città più grande della provincia del Guangdong, con una popolazione di circa 13,5 milioni di persone.
Nello stabilimento si produce la Jeep Renegade, cui nel 2017 si è aggiunto un secondo modello. Inoltre la Cina è il primo mercato per il brand più conosciuto dlla scuderia Fca, Ferrari.