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La gioielleria italiana torna a Hong Kong e fa subito record

Volumi d'affari definiti ottimi dagli organizzatori della fiera che ha ripreso slancio dopo la sospensione di tre anni dovuta alla pandemia. Cinquantasei le aziende italiane partecipanti mentre altre 170 si stanno preparando per la rassegna mondiale di settore che si terrà nella stessa città cinese in settembre


06/07/2023 12:32

di Franco Canevesio - Class Editori

settimanale
La registrazione allo Hong Kong jewellery show

Sono 56 le rappresentative italiane che hano partecipato all'ultima edizione della fiera Jewellery & Gem Asia, appuntamento annuale organizzato da Informa Markets tornato ad Hong Kong (dal 22 al 25 giugno scorso) dopo tre anni di assenza e che ha riunito il variegato mondo della gioielleria global. «Alla riapertura post covid avevamo circa l'87% delle aziende rispetto al pre covid: presenza un po' ridotta ma in linea col pre covid» ha sottolineato Silvio Arati di Italian representative jewellery fairs, l'agenzia di Informa markets (organizzatore dell'evento) per l'Italia.

«Nell'ambito della gioielleria italiana abbiamo sopratutto pmi e aziende più piccole - spiega Arati - A questa fiera si trovano ancora realtà a conduzione famigliare. Quando si va nella parte dell'oreficeria, quindi del catename, dei catenisti, parliamo di aziende che iniziano ad avere una dimensione leggermenete più grande. Andiamo un pochino sopra alla pmi classica».

Tra i nomi che hanno partecipato, nel settore Alta gioielleria spiccano Gorgoglione (Milano) e RCM di Valenza (Alessandria); nella gioielleria e oreficeria, si va da Bassano Collection Group di Bassano del Grappa (Vicenza) a Giovanni Ferraris di San Salvatore Monferrato (Alessandria), a LAC di Romano D'Ezzelino (Vicenza). Nella gioielelleria antica erano presenti Luise Gioielli (Marcianise Sud, Caserta) e Costeruendo (Crema, Cremona) e Scala Gioielli e Figli di Marcianise, Caserta.

Nel settore Corallo e perle c'erano, tra gli altri, Coral Orafa Mediterranea e Gems Factory, entrambe di Torre del Greco. Poco o nulla si riesce a sapere sul giro d'affari che genera una fiera come quella di Hong Kong. «Per discrezione e ambiente particolare non abbiamo queste informazioni - risponde Arati - posso solo dire che il volume d'affari è ottimo. Il trend di vendita ha premiato l’alta gioielleria, le perle e il vintage, i tre settori che stanno riscuotendo maggior successo: si sono confermati anche l’oreficeria, in particolare i catenisti che sono sempre un fiore all’occhiello della produzione made in italy e il corallo distribuito dalle aziende di Torre del Greco».

Quella appena chiusa a Hong Kong è stato un prembolo rispetto a quanto previsto per settembre. «Dal 18 al 24 settembre ci sarà la 40a edizione della Jewelry Gem world 2023 primo appuntamento per questa versione più mondiale - prosegue Arati – La fiera di giugno è stata dedicata al mercato aisatico, quella di settembre è molto più  orientata a un discorso intercontinentale. Questa fiera porterà circa 3.000 espositiori in totale con una presenza italiana di 170 aziende ».

La fiera celebra quest’anno 40 anni. «Avremo sempre un padiglione di gioielleriea di altissimo livello, uno di gioielleria internazionale di alto profilo e uno di oreficeria, oltre alla zona delle pietre sciolte come corallo e perle, che vengono diffuse e lavorate dall'Italia – spiega Arati – e avremo l'aggiunta di un padiglione machinery and technology, il padiglione più grande e con la più grande anzianità nelle fiere di Hong Kong a livello mondiale. Dopo la fiera di Vicenza dove il padiglione della tecnologia è molto inmportante, in una delle fiere leader, quella di Hong Kong è l'altra fiera cruciale dove i macchinari, quelli italiani soprattutto, la fanno da padrona». (riproduzione riservata)


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