La Mongolia, il paese del cashmere più pregiato e nazione cuscinetto tra le due superpotense Russia e Cina, si sta lentamente aprendo alle esportazioni italiane, nel quadro di una crescita economica che dal 2017 viaggia al di sopra del 5%.
Nel primo semestre di quest'anno, le scarse esportazioni italiane hanno registrato un sussulto segnando un +25% a 20 milioni di euro, mentre Sace Simest, il Polo dell'export e dell'internazionalizzazione del Gruppo Cdp, segnala una significativa operazione di export trading.
La comasca Sorema, divisione del gruppo Previero, un'azienda famigliare specializzata nellaproduzione di macchinariper il riciclo di vari materiali, dalla plastica alla gomma, ha firmato un contratto la fornitura di un impianto per il riciclo della plastica Pet in Mongolia del valore complessivo di 4,9 milioni di euro.
Sace Simest ha garantito la conferma, da parte di Ubi Banca, di una lettera di credito, funzionale alla conclusione del contratto, che ha permesso alla controparte asiatica di ottenere una dilazione di pagamento.
«Abbiamo riscontrato nel partner in Mongolia la nostra stessa sensibilita' verso la natura e l'ambiente. Siamo entusiasti di aver finalizzato l'installazione di questo impianto per il riciclo di bottiglie in plastica e orgogliosi di constatare come un Paese in forte crescita delle proprie infrastrutture decida di investire in sistemi cosi' avanzati in un momento storico di grande sensibilita' per l'ambiente,» ha commentato - ha dichiarato Aldo Previero, classe 1954, ceo del Gruppo Previero, fondato dal nonno Natale e che gestisce insieme ai fratelli Flavio e Dario.
«Il Polo Sace Simest e' stato un partner importante per la conclusione di questa operazione, supportandoci in una geografia non facile come la Mongolia,» ha riconosciuto l'imprenditore.
Sorema, fondata nel 1974, con piu' di 400 sistemi di riciclo installati in tutto il mondo e piu' di 2,8 milioni di tonnellate/anno di rifiuti plastici riciclati, e' leader nella produzione di macchinari per il riciclo delle materie plastiche. In un contesto internazionale sempre piu' consapevole dell'emergenza ambientale e sempre piu' attento a soluzioni ecologiche, l'impresa familiare comasca offre soluzioni basate sul concetto di economia circolare, consentendo il riutilizzo dei materiali riciclati nella stessa applicazione per la quale erano stati inizialmente prodotti.
Paese sterminato, 1,5 milioni di chilometri quadrati, e quasi deserto, 3,1 milioni di abitanti di cui la metà concentrati nella capitale Ulan Bator, è per alcuni brand della moda italiana, Zegna, Cucinelli, Loro Piana, la principale fonte di rifornimento del più pregiato cashmere. Nel primo semestre di quest'anno ne ha esportato per circa 23 milioni di euro, il 33% in più dell'anno scorso.
Dal 2011 l’Italia collabora con la Mongolia in questo settore, sulla base del progetto Mongolian Cashmere, che ha consentito la costruzione di un nuovo insediamento industriale nella capitale, dedicato alla lavorazione della lana da cachemire, del cuoio e della pelletteria.
La Mongolia contribuisce alla produzione globale di cashmere grezzo con una quota corrispondente circa al 40%. Nel febbraio 2018, il governo – in collaborazione con Mongolia Wool and Cashmere Association e Development Bank of Mongolia – ha approvato un piano quadriennale a supporto di questo settore, a conferma dell’importanza rivestita dalle esportazioni di cashmere.
L’Italia punta a inserirsi profittabilmente nel settore fornendo know how, attivita’ di marketing a livello internazionale, macchinari, servizi e facendo leva sul rispetto delle tradizioni cisto che la qualita’ del cashmere mongolo è molto più elevata di quello lavorato in Cina.
Oltre al cashmere, l'industria portante dell'economia mongola è quella mineraria, concentrata su un ampio spettro di minerali, fra cui spiccano oro e minerarli rari.