Le case di moda tagliano del 50% i prezzi in Cina. Nell’ex Celeste impero alcune maison stanno applicando sconti mai visti sui loro articoli per far fronte al panico generato dalle scorte invendute, una conseguenza diretta della flessione della spesa da parte dei consumatori locali.
«La domanda di lusso in Cina è contenuta. La spesa per il lusso è al di sotto della traiettoria di crescita pre-Covid, pari a circa il +20% annuo, nonostante i significativi benefici derivanti dal rimpatrio dei cinesi verso il Giappone, il resto dell’Asia e l’Europa», spiegano Luca Solca, Yi-Peng Khoo e James Hopper, analisti di Bernstein. Nell’ultimo anno, hanno osservato gli esperti, il traffico nei centri commerciali d’alta gamma è sceso a una cifra, mentre le vendite luxury hanno registrato un decremento a due cifre. «Si sta innescando un circolo economico vizioso», hanno evidenziato.
Il calo dei prezzi degli immobili ha dissipato l’«effetto ricchezza» dei consumatori aumentando la propensione al risparmio delle persone, che di fatto si sentono più povere. Questo, a sua volta, sta danneggiando l’economia, dal momento che molte industrie, come quella della moda, stanno subendo una battuta d’arresto nella domanda dei consumatori finali.
Da qui, la strategia di molti marchi di ridurre drasticamente i prezzi dei loro prodotti. E così, ad esempio, a partire da questo mese, secondo quanto riportato da un’inchiesta di Bloomberg, gli acquirenti cinesi possono acquistare su Tmall, la piattaforma e-commerce più importante del continente, di proprietà di Alibaba, la versione piccola con motivo coccodrillo dell’iconica borsa Hourglass di Balenciaga per 1.947 dollari. Vale a dire uno sconto del 35%. Tale prezzo è il più basso tra quelli elencati sui siti web ufficiali del marchio a livello globale e sui principali e-tailer di lusso, tra cui Farfetch.
Stando ad esperti sales locali, che però preferiscono restare anonimi, Balenciaga, brand nell’orbita del colosso francese Kering, avrebbe registrato uno sconto medio del 40% sugli articoli in saldo in tre dei primi quattro mesi del 2024. Il marchio avrebbe inoltre più che raddoppiato il numero di prodotti scontati su Tmall, rappresentando oltre il 10% del suo inventario sulla piattaforma da gennaio ad aprile, sempre secondo Bloomberg. Durante lo stesso periodo dello scorso anno, la label aveva scontato gli articoli solo a gennaio, e ad una media di circa il 30%. Non ha invece avuto alcun ribasso nei primi quattro mesi del 2022.
Ma una tendenza simile, stando alle fonti locali, può essere osservata anche per altre etichette. Sempre nel corso di giugno, Versace, Givenchy e Burberry hanno tutti tagliato i prezzi, alcuni di oltre la metà, su Tmall e altre piattaforme nazionali. Lo sconto medio di Versace è balzato da circa il 40% all'inizio del 2023 a oltre il 50% quest’anno. La maison della Medusa e molti altri marchi premium hanno offerto sconti per periodi di tempo più lunghi quest’anno rispetto al 2023. Il numero di prodotti in vendita è salito sopra le centinaia nei primi quattro mesi, rispetto ai pochi dell'anno scorso. Sarebbe stato impensabile immaginare, fino a pochi anni fa, una guerra dei prezzi al ribasso per case di moda da sempre caratterizzate da esclusività e valore.
«Non è infatti frequente vedere brand di lusso, che di solito cercano di eliminare le scorte tramite centri commerciali o vendite private, mettere sconti così vantaggiosi su una piattaforma di lusso», ha analizzato un altro esperto che preferisce mantenere l’anonimato. Tutto questo, come ribadito all’inizio dagli analisti di Bernstein, è una conseguenza di quello che sta accadendo all’economia cinese. Il mercato del lavoro si sta indebolendo, hanno spiegato, facendo sentire le persone ancora più sotto pressione e più propense al risparmio.
«Il mercato immobiliare sembra essere il fulcro del sistema e la sua stabilizzazione sarebbe la chiave per spezzare il circolo vizioso economico e ridare slancio all’economia», hanno dichiarato. Un’altra ragione, come illustrato nella loro analisi, è legata ai troppi centri commerciali di lusso. «Il ritorno alla spesa domestica durante il Covid ha stimolato una pipeline di nuovi centri commerciali di lusso per soddisfare il boom dei consumatori locali. Questo fattore e la domanda debole stanno producendo un ambiente meno favorevole, proprio mentre molti di questi centri commerciali stanno aprendo», hanno concluso gli analisti di Bernstein. (riproduzione riservata)