Pechino risponde ai dazi Ue sulle auto elettriche. Il ministero del Commercio cinese ha annunciato l'adozione di misure antidumping provvisorie sulle importazioni di brandy dall'Ue: dall'11 ottobre gli importatori dovranno fornire un "deposito cauzionale alle dogane cinesi". È la prima ritorsione dopo il via libera ai dazi di Bruxelles sulle importazioni di veicoli elettrici prodotti in Cina, ma probabilmente non sarà l'unica: il governo di Xi Jinping sta valutando di aumentare le tariffe sui veicoli a carburante di grossa cilindrata europei importati in Cina.
Il ministero del Commercio cinese ha confermato ufficialmente che è allo studio un aumento dei dazi sui modelli più di lusso che sono prodotti dalle case automobilistiche europee. Una misura che colpirebbe l'industria tedesca, soprattutto Porsche, che la mattina dell'8 ottobre in borsa perde l'1,5%, ma anche Bmw (-3,2%), Mercedes (-2,1%) e Volkswagen (-1,7%). Tutte sono molto esposte al mercato cinese e la paura di una ritorsione di questo tipo è stato il fattore che ha spinto l'automotive tedesco a schierarsi contro i dazi europei sull'elettrico cinese. La Germania è, infatti, tra i cinque Paesi dell'Ue che hanno votato contro l'adozione delle nuove tariffe anti-Cina.
Sull'opportunità di imporre dazi più alti sulle auto di grossa cilindrata, "la Cina adotterà tutte le misure necessarie per salvaguardare con fermezza i diritti e gli interessi legittimi delle industrie e delle imprese cinesi", ha spiegato un portavoce del ministero del Commercio. Pechino sta "portando avanti anche altre indagini, che proteggeranno pienamente i diritti di tutte le parti interessate e porteranno a una decisione obiettiva ed equa sulla base dei risultati delle indagini sulla carne di maiale e sui prodotti lattiero-caseari della Ue", ha aggiunto il portavoce.
La ritorsione commerciale cinese è già partita, colpendo i produttori di brandy Ue, che sono accusati di aver fatto dumping sul mercato cinese. I funzionari doganali cinesi, quindi, riscuoteranno depositi cauzionali dalle aziende che vendono brandy in arrivo dall'Unione europea. L'importo del deposito sarà compreso tra il 30,6% e il 39% del valore totale, si legge nell'avviso.
La decisione annulla la dichiarazione di fine agosto nella quale Pechino aveva affermato che non avrebbe imposto alcuna misura anti-dumping, nonostante avesse concluso che i distillatori europei avevano venduto brandy nel Paese con un margine tra il 30,6% e il 39%. "L'industria del brandy in Cina è stata sostanzialmente danneggiata e minacciata", secondo il ministero del Commercio.
Ma la guerra dei dazi Ue-Cina può estendersi anche all'agricoltura, oltre che all'auto, con Pechino che ha avviato altre indagini antidumping sulle importazioni europee di prodotti lattiero-caseari e carne di maiale e ha presentato un reclamo sulle tariffe Ue al Wto. (riproduzione riservata)