Il Marocco potrebbe diventare polo d'attrazione per gli investimenti della Cina sulla produzione di batterie per l'auto elettrica, con l'obiettivo di rifornire soprattutto i mercati di Ue e Usa. Su questa strategia punta soprattutto il ministro dell'Industria marocchino, Ryad Mezzour, che vanta una certa familiarità con quello che ruota intorno ad automotive ed energia rinnovabile: laurea in ingegneria a Zurigo, esperienze di carriera in ABB e Suzuki e un incarico di tre anni come vice della commissione Green economy dell'associazione locale degli imprenditori.
Lo scorso settembre, riporta il "Sole 24 Ore", il gigante cinese dei materiali per batterie Cngr Advanced Material ha comunicato un accordo di collaborazione da 2 miliardi di dollari con Al Mada, una holding controllata dalla famiglia reale marocchina. L'investimento dovrebbe confluire in un impianto di materiali catodici, pronto a debuttare nel 2024 e capace di "fornire materiale per oltre un milione di auto elettriche ogni anno", secondo quanto ha comunicato Cngr.
La sede prescelta è El Jadida, scalo portuale sull'Atlantico che gode dei "vantaggi geografici" per i flussi di export oltre i confini nordafricani. L'accoppiata Cngr-Al Mada si accoda a un crescendo di annunci simili, in arrivo - anche - da Pechino e nell'orbita delle batterie per l'auto elettrica. Gotion-Hi Tech, una conglomerata sino-europea quotata sia a Shangai che Zurigo, ha siglato solo a giugno un memorandum of understanding con l'agenzia marocchina per gli investimenti e lo sviluppo dell'export (Amdie).
L'accordo è sulla "costruzione di un'ecosistema industriale per le batterie per vetture elettriche e i sistemi di accumulo dell'energia". L'investimento previsto è di 65 miliardi dirham marocchini, circa 6 miliardi di euro, in un pacchetto che include una gigafactory da 25mila posti di lavoro nella capitale Rabat. (riproduzione riservata)