Il gruppo Atlante, uno dei leader italiani nell'import export di generi alimentari nel mondo, ha deciso di ridisegnare il traffico della sua supply chain puntando a crescere in Estremo Oriente, partendo dalla Cina per arrivare in Giappone e Corea.
La società di Casalecchio di Reno (BO) punta soprattutto a sfruttare la logistica ferroviaria, come ha sottolineato Natasha Linhart ceo della piattaforma leader nell'approvvigionamento di referenze estere importate in Italia. «Attualmente - dice Linhart - commercializziamo 2.000 referenze, un numero praticamente raddoppiato nel giro di 5 anni così come è raddoppiato il fatturato quasi per metà legato all'export».
Nel portafoglio clienti di Atlante c'è tutta la gdo italiana ma anche il gruppo svizzero Migros (socio al 20%), oltre a insegne blasonate straniere come Sainsbury's in Gran Bretagna, Aeon in Giappone, Kroger negli Stati Uniti e Fruitsy in India. «Lavoriamo da 30 anni con la gdo italiana e con le più importanti catene di distribuzione internazionali garantendo la disponibilità ottimale dei prodotti alimentari sugli scaffali», ha spiegato Linhart, «mai come oggi soffriamo le difficoltà nel gestire le rotte commerciali e la supply chain per livelli di problematicità logistiche e di instabilità geopolitiche mai raggiunti in passato».
«La Cina è un mercato difficile: bisogna entrare nelle grandi città, come Shanghai e Pechino. Bisogna cercare di conquistarli attraverso manifestazioni, ristoranti. Il foodservice è interessante», ha spiegato ancora, «in Cina, sottolinea l'esperta, hanno una gastronomia particolare, sviluppata da loro: hanno cultura del cibo, una cultura spiccata».
Atlante rifornisce in Cina Vinted che, con questo marchio, gestisce una catena di ristoranti italiani fatti come le trattorie italiane anni '50, «Stiamo lavorando con loro anche su cose particolari: per esempio, sono interesati alle sfogliatelle napoletane. L'impresa è interessante anche perché, è necesario dare il formato che piace ai cinesi, perché le nostre confezioni classiche sono troppo grandi per loro», ha detto Linhart.
«Da qualche anno lavoriamo con il Giappone e contiamo di espanderci in quel mercato anche con prodotti italiani di qualità: abbiamo inventato per loro alcuni tipi di pesto, per fare un risotto col loro riso. Con la Corea lavoriamo sul foodservice con prodotti che utilizano nelle loro cucine come pasta pomodoro, sughi pronti, pesti, aceto balsamico.
Atlante segue anche il Sud est asiatico, in particolare la Thailandia. «C'è un enorme mercato di turismo e di ristorazione: tutto l'out of home è interessante» ha spiegato. Giappone e Cina per ora pesano sul fatturato solo per il 10%.
Il 2024 - dice Linhart - si è chiuso con 270 milioni di euro di ricavi, 60% import in italia di prodotti da tutto il mondo e 40% export prodotti italiani. L'obiettivo 2025 è arrivare a 300 milioni, il piano per il 2026 prevede un'altra crescita a 330 milioni. «Verso l'estero registriamo 120 milioni di vendite: del 40% che facciamo in export, il 10% arriva dall'Oriente ma l'obiettivo 2025 è almeno raddoppiare l'Asia», ha concluiso la manager. (riproduzione riservata)