La Cina taglia le tasse portuali e gli altri oneri per la sicurezza dei trasporti. La riduzione del 20% sarà applicata fino al 30 giugno. La misura, annunciata dalla Commissione nazionale per lo sviluppo e le riforme e dal ministero dei Trasporti ha l'intento di consentire una ripresa delle attività portuali e logistiche nazionali colpite dall'impatto della diffusione del coronavirus. Secondo le previsioni, tale provvedimento consentirà di ridurre gli oneri a carico dei proprietari delle merci e degli operatori della logistica di circa 380 milioni di yuan (55 milioni di dollari).
Misure che il comparto italiano attende. Il trasporto marittimo mondiale era dato in crescita oltre il + 0,7% registrato nel 2019. Ma ciò prima dello scoppio dell'epidemia in Cina. I focolai di contagio in Italia, che ha portato al rifiuto di far attraccare navi italiane in porti esteri mentre altre navi originariamente dirette verso i porti italiani hanno preferito indirizzarsi verso approdi diversi, hanno aggravato la situazione.
Se le navi salteranno sempre di più gli scali italiani ci sarà un calo sensibile del gettito derivante da dazi e da altre imposte sulle merci, fanno notare da Assarmatori nel sottolineare anche i risvolti negativi sul versante del trasporto passeggeri, soprattutto nel settore crocieristico.
Ad aprile 2019, le stime di crescita prevedevano per il 2020 circa 12,8 milioni di passeggeri nei porti italiani, con una crescita del 7,8% sul 2019 e con un impatto economico sul territorio pari a circa 16 miliardi di euro. Da poco più di una settimana, però, c’è stata un’ondata di disdette che ha riguardato circa il 50% delle prenotazioni già effettuate. Più alta è invece la quantità di disdette pervenute alle compagnie di traghetti che operano nelle cosiddette Autostrade del Mare, si supera il 55%, per arrivare oltre il 60% sulle linee di corto raggio che collegano le isole minori.
Da ciò alcune richiesta del settore come la sospensione della cosiddetta tassa di ancoraggio, un tributo che si paga in ragione della stazza della nave e non in rapporto al carico trasportato, si tratta quindi di un costo fisso che le navi devono versare per intero anche se, come avviene ora, viaggiano con un carico ridotto. (riproduzione riservata)