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Trieste, primo porto italiano nel 2019, punta sulla ferrovia

L'anno scorso più del 56% dei container sono arrivati via treno e Zeno d'Agostino, presidente dell'Autorità portuale, sta investendo per rafforzare l'integrazione tra mare e ferrovia. Il porto giuliano si candida così, con i numeri, come principale terminal sulle nuove Vie della Seta. Previsti investimenti per 200 milioni di euro, 39 arrivano dalla Bei


28/02/2020 17:28

di Nicola Brillo - Class Editori

zeno
Zeno D'agostino, presidente del porto di Trieste

Nel 2019 Trieste si conferma primo porto d’Italia, grazie a 62 milioni di tonnellate movimentate, in leggero (-1%) calo sul 2018, cui si aggiungono 4 milioni dello scalo di Monfalcone. Il porto giuliano si conferma così, con i numeri, come il principale terminal italiano sulle Nuove Vie della Seta, percorse dai flussi di merci che prima via mare e poi via ferro, dall'Oriente raggiungono, nel minor tempo e con i costipiù bassi,  i ricchi mercati dell'Europa centrale. 

Il traffico container ha registrato lo sviluppo più dinamico, toccando i 790mila teu con un incremento del 9% sul 2018. Si tratta del record storico per il porto, oltre che dell’aumento più alto fra tutti i settori merceologici. Dall’altro il traffico ferroviario, già fortemente irrobustito negli ultimi anni, porta al consolidamento dei dati raggiunti nel 2018, arrivando al traguardo di 10 mila treni e 210 mila camion tolti dalla strada.

«Per quanto riguarda i treni», dichiara il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale (Trieste e Monfalcone), Zeno D’Agostino, «i risultati raggiunti in questi anni sono stati estremamente incoraggianti, sia dal punto di vista della performance che ha portato al raddoppio dei numeri dal 2014 ad oggi da 5 mila a 10 mila treni, sia per quanto riguarda il percorso di investimenti futuri nel settore ferroviario che ammontano a 200 milioni di euro. Ora si aprono nuove sfide: già nel 2019 sono partiti i cantieri di Campo Marzio. Ma il 2020 sarà l’anno dell’avvio dei lavori più importanti».

Alcuni di questi verranno finanziati da un prestito della banca Europea degli investimenti che ha stanziato per Trieste 39 milioni di euro a valre sui programmi di aiuto all'efficientamento delle reti di tresporto, finanziati complessivamenti con 500 milioni di euro.

Nel settore dei container il 56% del traffico sbarcato o imbarcato a Trieste nel 2019 ha usato la ferrovia. Questa quota è in continua crescita e già oggi supera la quota che l'Unione europea ha posto come obiettivo del traffico ferroviario europeo di merci per il 2050 (che è del 50%).

Anche nel settore delle autostrade del mare, nonostante la contrazione dei traffici, la ferrovia sta acquisendo un valore rilevante: il 29% di tutti i camion imbarcati o sbarcati a Trieste (principalmente da/verso Turchia) nell’anno appena concluso, sono stati trasferiti su treno.

Per quanto riguarda i singoli settori merceologici, stabili le rinfuse liquide che si attestano sopra a 43milioni di tonnellate movimentate (+0,30%). In crescita il settore delle rinfuse solide che registra un incremento del +3% con 1.700.000 tonnellate movimentate. Rallentano invece le merci varie (-5%), in discesa a causa del risultato negativo del comparto Ro-Ro (-24%) che passa da 299 mila unità transitate nel 2018 a 228 mila nel 2019.

Trieste è stata inserita dall'Unione europea tra la infrastrutture prioritarie per sviluppare i collegamenti con l'Asia. In questa cornice e nell'ambito della cooperazione sino-italiana, lo scorso anno Zeno D'Agostino ha siglato con la China Communications Construction Company un memorandum di collaborazione per lo sviluppo di aree industriali nella Repubblica popolare. L'intesa permetterà lo sviluppo di progetti pilota nelle aree di Guangzhou e di Jiangsu, nel retroterra dei porti di Shanghai, Ningbo e Shenzen. Il gruppo cinese e il porto triestino collaboreranno anche per permettere l'attivazione nel territorio regionale da parte del gruppo cinese di uno o più magazzini.

L'Autorità portuale non avrà alcuna partecipazione diretta al rischio dello sviluppo delle piattaforme, ma collaborerà come parte attiva aggregatrice, fornendo supporto alla definizione tecnica dei progetti, alla loro promozione presso le istituzioni e le imprese in Italia e attivandosi per la pianificazione o lo sviluppo di infrastrutture, servizi comuni o strumenti di trade facilitation utili al rinforzo del canale. (riproduzione riservata)


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