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Industria

La Via della Seta premia Ufi Filters che pensa alla quotazione in Cina

L’azienda dedica una particolare attenzione al tema della sostenibilità e per questo reinveste oltre il 5% dei propri ricavi in Ricerca e Sviluppo. Questo le ha permesso, già a partire dal 2010, di avvicinarsi anche al mondo degli scambiatori di calore alternativi al tradizionale motore a combustione. Dopo Cina e Polonia a fine anno un nuovo sito aprirà in Messico


28/11/2019 10:51

di Sofia Ferigoli - Class Editori

Ufi Filters
Giorgio Girondi

L’avventura in Cina «è iniziata per caso, complice un passaggio in auto dato a una delegazione di industriali cinesi in visita nel distretto automobilistico piemontese. Ci confidarono che nella loro patria non esisteva una produzione di qualità nel settore della filtrazione. Era il 1982 e abbiamo deciso, fra i primi, di intraprendere il cammino verso Oriente». È così che il presidente Giorgio Girondi racconta l’inizio della storia di Ufi Filters, azienda italiana fondata nel 1971 a Nogarole Rocca, nel veronese, e che è diventata nel tempo leader globale nelle tecnologie della filtrazione e nel thermal management.

A livello mondiale, Ufi Filters conta 17 siti industriali, 54 uffici commerciali, 6 centri logistici e oltre 4 mila dipendenti disseminati in 16 Paesi diversi. Solo in Cina ci sono ben 6 stabilimenti: 4 nell’area di Shanghai, dove si trova anche l’Headquarter Apac, che fa da centro per le operazioni nella parte orientale dell’emisfero, uno a Changchun e il più recente, inaugurato nel parco industriale italo-cinese di Chongqing. L’ultimo passo significativo è il finanziamento da 40 milioni di yuan nell’ambito del programma Panda bond di Cdp. Nel mondo Aftermarket, i prodotti Ufi sono commercializzati in oltre 70 Paesi e coprono oltre il 96% del parco auto circolante in Europa.

I prodotti a marchio Ufi sono impiegati in molteplici settori, da quello aerospaziale e nautico, alle applicazioni idrauliche customizzate e specifiche per l’industria. Inoltre, nel mercato del Primo Equipaggiamento, l’azienda è leader nella filtrazione e fornisce al settore automotive (auto, camion, macchine agricole e movimento terra) ogni tipo di filtro aria, olio, carburante, abitacolo, filtri idraulici, coolant e sistemi di thermal management. Il fiore all’occhiello di Ufi è tuttavia la sua High Tech Division, specializzata nella produzione di soluzioni di filtrazione per prestazioni «estreme», che dal 1976 è partner preferenziale per i team di Formula 1 e serve 7 team su 10 con oltre 110 filtri in pista durante ogni GP.

L’azienda dedica una particolare attenzione al tema della sostenibilità e per questo reinveste oltre il 5% dei propri ricavi in Ricerca e Sviluppo. Questo le ha permesso, già a partire dal 2010, di avvicinarsi anche al mondo degli scambiatori di calore alternativi al tradizionale motore a combustione, accompagnando i fornitori di tecnologie applicabili al mondo delle vetture elettriche. Oggi i siti produttivi di Cina e Polonia sono dedicati a queste nuove tecnologie e un terzo, in Messico, sarà ultimato entro la fine del 2019.

Innovazione, passione ed eccellenza sono da sempre i valori cardine dell’azienda, che le hanno permesso di affermarsi come leader del settore. Questo percorso di successo è stato riconosciuto a livello istituzionale da diverse onorificenze, tra cui il premio Panda d’Oro in ragione della crescita costante nel mercato cinese e il Premio Capital Elite per le eccellenti relazioni tra Cina e Italia. A marzo 2018 l’azienda ha inoltre siglato il memorandum d’intesa per la Belt and Road Initiative, convinta che una migliore viabilità infrastrutturale sia una condizione indispensabile per incrementare il commercio mondiale.

A coronamento di questo importante passo, nel 2018 l’azienda ha ricevuto il premio Via della Seta di China Awards per il suo lungo e significativo percorso di crescita e sviluppo, che potrebbe contemplare in futuro anche una quotazione sul mercato cinese. «Ufi nel tempo ha imparato a conoscere e apprezzare sempre più la storia e le tradizioni di questo Paese e ha cercato di avere sul territorio un impatto positivo, non solo a livello industriale ma anche umano e sociale», sottolinea Girondi. «Per questo ci auguriamo che le relazioni tra Italia e Cina potranno continuare a intensificarsi, dando luogo a fruttuose collaborazioni future». (riproduzione riservata)


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