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Politica

Farma, abbigliamento e food sostengono l'export italiano

Nei primi sei mesi, l'avanzo commerciale ha raggiunto una quota record di 22 miliardi. Le esportazioni verso i paesi extra Unione Europea, con il Giappone in evidenza (+27%), hanno più che compensato i cali verso Germania, Francia e Inghilterra. Prodotti farmaceutici e chimici segnano un boom (+28%)


09/08/2019 12:16

di Francesca Grosa - Class Editori

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La mappa Sace dell'export italiano

In giugno il surplus della bilancia commerciale italiana è aumentato di 554 milioni, da 5.174 milioni di giugno 2018 a 5.728 milioni. Nei primi sei mesi dell'anno l'avanzo commerciale ha raggiunto quota 22,1 miliardi di euro (+42, 4 miliardi al netto dei prodotti energetici). L'Istat ha segnalato che a giugno è proseguito il trend di crescita congiunturale dell'export che continua da quattro mesi, determinato dall'aumento delle vendite verso i mercati extra Ue.

Le esportazioni sono salite dell'1,2% in giugno rispetto a maggio mentre l'import è calato del 2,1%. L'aumento dell'export è stato determinato dall'incremento delle vendite verso i mercati extra Ue (+3,9%), mentre quelle verso i paesi Ue sono risultate in diminuzione (-1%). Inoltre, nel secondo trimestre si è visto un aumento congiunturale per entrambi i flussi commerciali con l'estero, più intenso per le esportazioni (+1,7%) che per le importazioni (+1,2%).

Il calo dell'export su base annua è stato del 3,5%, determinato dalla flessione delle vendite sia per l'area Ue (-4,6%) sia per quella extra Ue (-2,1%); analogamente le importazioni sono in diminuzione (-5,5%) sia dall'area Ue (-6,1%) sia dai mercati extra Ue (-4,7%). Tra i settori che hanno contribuito alla flessione tendenziale dell'export ci sono: mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi (-26,4%), metallo, esclusi macchine e impianti (-5,9%), petroliferi raffinati (-14,5%) e auto (-8,3%).

Viceversa hanno contribuito positivamente gli articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+34,5%). Su base annua, i paesi che hanno contribuito maggiormente alla diminuzione dell'export sono stati Germania (-8%), Svizzera e paesi Opec (-13,5% per entrambi), Francia (-3,8%), mentre si è visto un aumento verso Usa (+4,1%) e Giappone (+27,9%).

Nei primi sei mesi dell'anno l'aumento dell'export (+2,7%) è stato determinato da articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+28%), prodotti tessili e abbigliamento, pelli e accessori (+7,3%), alimentari, bevande e tabacco (+6,9%). L'Istat ha spiegato che la flessione dell'export su base annua è stata condizionata dalla contrazione dei beni strumentali che nel 2018 avevano registrato movimentazioni di elevato impatto.

Nel primo semestre di quest'anno l'export ha segnato una crescita tendenziale del 2,7% in valore che si traduce in una flessione dello 0,9% in volume a causa del sostenuto incremento dei valori medi unitari (+3,6%). 
 


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