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Politica

Georgia, salgono le quotazioni del paese lungo la nuova Via della Seta

La minuscola nazione dell'Europa centrale è diventata la piattaforma di libero scambio più importante nell'area grazie agli accordi con Ue, Cina, Turchia, Canada, Csi. I grandi lavori infrastrutturali in corso e in programma per i prossimi tre anni stanno moltiplicando le opportunità di lavoro per le imprese italiane


19/02/2019 11:31

di Pier Paolo Albricci - Class Editori

georgia
il ponte della pace a Tbilisi, capitale della Georgia

L'ottantaduesima gara del 2019, per la costruzione di una scuola con un investimento da quasi un milione di euro è stata lanciata, questa mattina, portando il totale degli appalti a 90 milioni di euro da inizio anno. Nel 2018 le gare lanciate in Georgia sono state 300, puntualmente segnalate dall'ambasciata italiana, come ha ricordato Antonio Enrico Bartoli, l'ambasciatore a Tbilisi, capitale della Georgia, nel roadshow che la Confindustria sta organizzando in alcune città italiane per illustrare le opportunità per le aziende della Belt & Road Initiative

Il minuscolo stato dell'Europa centrale, grande poco meno di un quarto dell'Italia, 3,7 milioni di abitanti, con un Pil di 19 miliardi di euro al 2020, sta infatti diventando, a dispetto delle sue dimensioni, una delle piattaforme di liberio scambio più attive e attrezzate del continente europeo, snodo strategico per la sua posizione geografica suulle nuove Vie della Seta terrestri. 

Gli accordi commerciali con la Ue, la Csi (Comunità degli Stati Indipendenti), il Canada, la Turchia e la Cina e quelli in corso di definizione con gli Usa e l'India accompagnati da un piano di investimenti per miliardi di dollari finanziato dal governo e dalle grandi banche sovrannazionali, stanno attirando l'attenzione e gli affari su questo stato ai confini meridionali della Russia, che insieme all'Azerbaijan, costituisce il corridoio tra Mar Caspio e Mar Nero e il collegamento naturale tra le grandi fonti energetiche dell'Asia centrale e i paesi consumatori dell'Europa, tra cui l'Italia. 

«Tra i punti di forza del Paese spiccano poi la presenza di incentivi e agevolazioni per gli investitori internazionali, una classe dirigente determinata a proseguire sulla strada delle riforme, per favorire l’iniziativa economica e consolidare le Istituzioni,» ha ricordato Bartoli. È una situazione che ha convinto grandi gruppi a stabilire delle basi, tra cui Ferrero, che opera nel segmento della produzione delle nocciole, Saipem e Salini Impregilo, coinvolte nella realizzazione delle opere infrastrutturali.

Infatti l’Infrastructure Development Strategy 2017-2020 punta a modernizzare il settore attraverso la realizzazione di 2.500 progetti, che daranno lavoro a quasi 40.000 e prevede la ristrutturazione di quasi 1.000 chilometri di strade, inclusi 300 viadotti e 50 gallerie, ha ricordato l'ambasciatore, elencando a uno a uno i progetti più importanti che stanno aprendo i cantieri grazie ai finanziamenti della Banca Europea degli Investimenti (Bei), della Berd (Banca europea di ricostruzione e sviluppo), della World Bank e ultimamente anche della Asian Infrastructure Investment bank. 

Nel complesso si tratta di circa 3,4 miliardi di euro di impegni finanziari sulla rete di trasporti. Nei prossimi tre anni è in programma la realizzazione dell’autostrada a quattro corsie Est - Ovest, che avrà una capacità di 50.000 veicoli al giorno. Nell’ambito di questo progetto il Ministero georgiano dell’Economia e dello Sviluppo Sostenibile ha realizzato uno studio di fattibilità per la costruzione di due centri logistici a Tbilisi e Kutaisi, che dovrebbero avere rispettivamente un costo di 95,5 e 72,5 milioni di dollari, e puntano a migliorare la gestione dei servizi logistici per incoraggiare le esportazioni, creare nuovi posti di lavoro e attrarre maggiori capitali internazionali.

È inoltre in corso l’espansione dell’Aeroporto Internazionale di Kutaisi attraverso attraverso l’ampliamento del piazzale, dei parcheggi e del terminal esistente grazie a un finanziamento di 70 milioni di euro della Bei.

Di grande rilevanza è l'ampliamento del porto di Anaklia sul Mar Nero, che catalizzerà 2,5 miliardi di investimenti per fare attraccare le navi porta container da 10 mila teu, collegare le banchine con le principali vie, su ferro e su gomma, di scorrimento veloce, e una grande piattaforma logistica. A regime il porto dovrebbe avere una capacità cargo di circa 100 milioni di tonnellate di merci all’anno riducendo di circa due settimane i tempi di trasporto delle merci tra la Cina e l’Europa.

Il progetto dovrebbe generare un indotto di circa 49 miliardi di euro e dare lavoro a 20.000 persone. Delle nove fasi previste per la realizzazione dell’opera, la prima, che ha un costo di 458 milioni di euro e una capacità di 900.000 containers, dovrebbe concludersi nel 2020, anno in cui dovrebbe entrare in funzione anche la Zona Economica Speciale (ZES) di Anaklia, che si estenderà su 2.000 ettari di superficie nell’area adiacente allo scalo.

Un altro comparto in primo piano in Georgia è quello energetico. Nel corso degli ultimi dieci anni il Paese ha avviato i lavori per la costruzione di 10 centrali idroelettriche per una capacità totale di 157 MW e un investimento complessivo di 264,4 milioni di dollari. Nei prossimi anni il Fondo per lo sviluppo energetico georgiano (GEDF), con il contributo della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS) dovrebbe realizzare il primo impianto eolico del Paese, che avrà una capacità iniziale di 20 MW, estendibile fino a 200 MW.

Sul fronte dell’oil&gas entro il 2021 dovrebbero terminare i lavori, avviati recentemente, per la costruzione del primo deposito di gas della Georgia, che sorgerà presso il giacimento di gas esaurito di Samgori South Dome, a 30 chilometri da Tbilisi, e potrà immagazzinare tra i 210 e i 280 milioni di metri cubi di gas (pari al 10% - 15% del consumo nazionale annuo). La struttura sotterranea garantirà la sicurezza energetica del Paese contro possibili interruzioni della fornitura, raccogliendo il gas proveniente principalmente dal campo estrattivo azero di Shah Deniz che, entro il 2021, punta a raggiungere una produzione di 26,1 miliardi di metri cubi di gas all’anno. 

La rilevanza strategica della Georgia ha da tempo allertato grandi gruppi cinesi, nel quadro delle iniziative legate alla Belt & Road, gruppi che pur avendo ottenuto appalti importanti, suscitano ancora forti resistenze nell'amministrazione georgiana, timorosa di perdere indipendenza. «È una situazione che paradossalmente sta favorendo le aziende italiane, a cui i grandi gruppi cinesi guardano come partner privilegiati per subforniture ad alto valore aggiunto, nella progettazione, nelle fasi di controllo dei lavori e nelle forniture di macchinari speciali,» ha sottolineato Maurizio ferri, responsabile Ice per la Georgia e l'Azerbaijan.

 

 


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