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Politica

Imprese italiane in Cina: il 2020 premia digitale e automazione

Sondaggio della Camera di Commercio italiana nella Repubblica popolare. Il 60% delle aziende registrerà nel 2020 un giro d'affari almeno pari a quello dello scorso anno. Il 40% addirittura prevede una crescita del 5%.


03/11/2020 16:46

di Mauro Romano - Class Editori

Camera di commercio
Paolo Bazzoni

Lo scenario negativo dettato da Covid-19 sembra essere alle spalle, almeno per le imprese italiane in Cina. Il 60% registrerà nel 2020 un giro d'affari almeno pari a quello dello scorso anno. Il 40% addirittura prevede una crescita del 5%. Le stime emergono dall'ultima rilevazione flash della Camera di commercio italiana in Cina cui hanno partecipato circa 200 delle 550 imprese associate. Tra i settori premiati: digitale, automazione e componentistica industriale, energy, retail e servizi trascinano la crescita mentre sono in rallentamento chimica ed elettrodomestici.

Praticamente tutti i settori vedono un miglioramento dell’outlook nei prossimi 6-12 mesi, soprattutto per quello che riguarda le vendite Cina su Cina (56% del campione positivo). L’export verso l’Italia e resto del mondo è atteso stabile o in peggioramento (solo il 12% del campione si aspetta un miglioramento delle vendite verso l’Italia).

“I dati confermano quello che ci dicono ogni giorno i nostri soci. La Cina è ripartita e lo stesso hanno fatto le aziende italiane sul territorio. Sono risultati molto positivi se pensiamo all’anno in cui vengono conseguiti e all’impatto che ha avuto la pandemia sull’economia globale, e vanno letti nel contesto di un pil cinese in leggera crescita nel 2020”, spiega il presidente della Camera di commercio, Paolo Bazzoni.

Nei primi 9 mesi il 30% delle imprese ha registrato miglioramenti rispetto allo stesso periodo del 2019, il 46% ha visto ridursi i ricavi, a cui si somma un 23% che ha avuto risultati in linea con l’anno precedente. In generale, il quarto trimestre viene previsto particolarmente forte. Il portafoglio ordini è adesso maggiore rispetto al trimestre precedente per il 30% del campione (era il 19% nella rilevazione precedente) ed è aumentata anche la percentuale di chi ha un portafoglio almeno in linea (dal 40% al 44%) mentre si riduce la quota di aziende con backlog in diminuzione (dal 41% al 27%).

“La spinta sui consumi interni premia alcuni settori – come già emerge – ma più in generale viene premiata la scelta delle imprese italiane che hanno investito e localizzato in Cina”, aggiunge Bozzoni, “Oggi questi investimenti fanno anche da volano alla crescita italiana dato che il 70% dei soci dichiara di importare dall’Italia e, in un caso su 3, anche più del 30% dei ricavi, creando valore per le case madri”


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