La fase di debolezza dell'economia cinese è proseguita nel mese di luglio, nonostante il terziario si sia espanso per il settimo mese consecutivo, ma al livello più debole da sei mesi, poiché la domanda è rimasta fiacca.
Il Pmi non manifatturiero, che misura l'attività nel settore dei servizi e delle costruzioni del Paese, è sceso ulteriormente a 51,5 punti a luglio dai 53,2 a giugno, secondo i dati forniti dall'Ufficio nazionale di statistica. I nuovi ordini sono diminuiti per il terzo mese, mentre il personale è calato per il quinto mese.
La domanda di servizi all'estero si è nuovamente contratta a luglio. Sono poi tornate le pressioni inflazionistiche, con un aumento dei prezzi dei fattori produttivi per la prima volta da tre mesi. I fornitori di servizi in Cina non sono però riusciti a trasferire i costi ai clienti a causa della debolezza della domanda e i prezzi di vendita sono scesi per il terzo mese consecutivo.
L'attività manifatturiera ha invece registrato una contrazione più contenuta a luglio rispetto a giugno, grazie alla continua ripresa della produzione. Il Pmi manifatturiero è salito a 49,3 punti a luglio rispetto ai 49 di giugno. La lettura ha battuto di poco le previsioni degli economisti a 49,2 punti.
A luglio la produzione è aumentata per il secondo mese consecutivo, anche se a un ritmo contenuto, mentre i nuovi ordini si sono contratti per il quarto mese consecutivo. Il ritmo del calo, tuttavia, si è attenuato. I livelli del personale hanno continuato a diminuire e a un ritmo più rapido a luglio rispetto a giugno.
Anche i nuovi ordini di esportazione e le importazioni hanno subito un'ulteriore contrazione. Nel frattempo, sono tornate le pressioni inflazionistiche, con un aumento dei prezzi di acquisto delle principali materie prime per la prima volta da quattro mesi. La domanda debole, tuttavia, ha impedito ai produttori di aumentare i prezzi applicati ai clienti.
Ma il dato più preoccupante è che, in luglio, l'intera attività economica è rimasta debole a causa di un netto e inatteso deterioramento del settore dei servizi e delle costruzioni, mentre l'attività nel settore manifatturiero resta in modesta contrazione, affermano gli economisti della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo.
A conferma, le vendite di nuove case in Cina hanno registrato il maggiore calo mensile dell’ultimo anno, secondo i dati del settore privato pubblicati dai primi 100 gruppi di costruzione del Paese dal momento che il comparto immobiliare, fortemente indebitato, è ancora sotto stress.
Le vendite sono diminuite del 33,1% in valore rispetto all'anno precedente, per un totale di 350,4 miliardi di yuan (48,9 miliardi di dollari), secondo i dati di China Real Estate Information Company. La crisi di luglio segue la contrazione di giugno.
Le società di costruzione sono state colpite da un'ondata di insolvenze lo scorso anno e il recente rallentamento delle vendite arriva quando l'economia ristagna. (riproduzione riservata)