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Politica

Li Qiang, nel 2023 crescita in Cina al 5,2%, centrato l'obiettivo del governo

Il primo ministro cinese nel suo intervento al Forum di Davos ha anticipato il dato sull'andamentpo del pil che verrà ufficialmente diffuso domani insieme agli altri dati macroeconomici. Li ha condiviso cinque proposte per ricostruire la fiducia globale partendo dalla cooperazione macroeconomica e dalla collaborazione industriale


16/01/2024 15:31

di Gerica Antolini - Class Editori

settimanale
Li Qiang, primo ministro cinese

«Nel 2023, l'economia cinese è rimbalzata, con una crescita stimata intorno al 5,2%, oltre il target del 5% fissato all'inizio dello scorso anno». Lo ha detto il primo ministro della Cina, Li Qiang, nel corso della riunione annuale del World Economic Forum a Davos, sottolineando che «nel promuovere lo sviluppo economico» Pechino non è dovuto ricorrere a stimoli massicci. «Non abbiamo ricercato una crescita a breve termine accumulando rischi nel lungo periodo. Piuttosto, ci siamo concentrati sul rafforzamento dei driver interni. La Cina ha ormai fondamentali economici sani e solidi e puo' gestire bene gli up and downs della sua performance». I commenti del premier cinese anticipano di un giorno la pubblicazione dei dati ufficiali sul Pil da parte dell'Ufficio nazionale di statistica.

Sono stati i rapporti di fiducia tra i Paesi che hanno permesso la diffusione della globalizzazione nei decenni passati ma ora «la mancanza di fiducia sta mettendo a repentaglio la pace e la crescita mondiale». Di conseguenza ricostruire la fiducia è essenziale, ha aggiunto Li nel corso del suo intervento a Davos, osservando che «la fiducia arriva in primo luogo e principalmente dalla condivisa aspirazione per un futuro migliore per l'umanità e dalla capacita' di collaborare per fare questo». Li ha condiviso cinque proposte per ricostruire la fiducia globale.

1. COOPERAZIONE MACROECONOMICA Al primo posto ha sottolineato la necessita' di «rafforzare la cooperazione macroeconomica per creare una maggiore sinergia per la crescita mondiale, poichè la frammentazione globale non fa altro che rendere le economie ancora più fragili. È cruciale che nel fare e nel mettere in atto le politiche macroeconomiche i vari Paesi, soprattutto le maggiori economie, portino avanti il dialogo e la comunicazione attraverso politiche più coordinate ed efficienti per promuovere il commercio multilaterale e una crescita condivisa».

2. COLLABORAZIONE INDUSTRIALE Al secondo punto il primo ministro cinese ha spiegato l'importanza di rafforzare la specializzazione industriale e la collaborazione internazionale nel settore per mantenere la supply chain globale stabile e in salute. Dal 2020 al 2023 c'è stato un miglioramento dei numeri dell'industria che sono arrivati a superare i livelli prepandemici.

L'industria è il cuore dell'economia, «qualsiasi distrazione o ostacolo può rallentare la crescita globale, non solo mettendo a repentaglio l'efficienza dello sviluppo ma anche creando seri rischi e problemi economici». La cooperazione globale in questo senso aumenta i benefici di tutti e garantisce la stabilità della supply chain globale.

3. COOPERAZIONE NELL'INNOVAZIONE La terza proposta vede la necessità di rafforzare la cooperazione internazionale per lo sviluppo della scienza e della tecnologia. «Per mantenere la competizione sana e far emergere la massima vitalità, l'unico modo è rafforzare la cooperazione nell'innovazione. I frutti scientifici e tecnologici dovrebbero andare a beneficio dell'umanità nel suo complesso, invece di diventare un mezzo per limitare o contenere lo sviluppo di altri Paesi», ha detto il primo ministro cinese.

4. UNITI NELLA TRANSIZIONE GREEN Al quarto punto troviamo la cooperazione nelle politiche green per combattere il cambiamento climatico a livello globale. «E' importante che i Paesi lavorino sia singolarmente sia insieme per rimuovere le barriere per il commercio greeen e per completare la transizione ecologica».

5. RIDURRE GAP TRA PAESI SVILUPPATI E NON Infine, Li ha puntualizzato la necessità di ridurre il gap tra i Paesi sviluppati e i Paesi emergenti. Bisogna rafforzare la cooperazione tra «nord-sud e sud-sud» al fine di «costruire un'economia mondiale piu' inclusiva». In quest'ottica il primo ministro cinese ha segnalato gli obiettivi dell'Agenda 2030.

Dopo il suo intervento, il premier cinese ha parlato dei rischi e delle opportunita' dell'Intelligenza artificiale generativa, in una breve sessione di Q&A con il fondatore del World Economic Forum Klaus Schwab. «Per dirla in parole povere, noi esseri umani dobbiamo controllare le macchine invece di far sì che le macchine controllino noi», ha sottolineato Li, chiedendo una «linea rossa universale nello sviluppo dell'Ai» senza specificare i dettagli. «Nell'ambito dell'Ai, stiamo lavorando molto per definire politiche e regolamenti», ha aggiunto.

«Abbiamo introdotto molte leggi e regolamenti per garantire la sicurezza dei dati, l'etica dell'Ai e i servizi di Ai generativa. Tutti questi sforzi sono volti a esplorare un quadro di governance dell'Ai adatto alle condizioni nazionali della Cina». Il leader cinese ha puntualizzato anche che l'Ai non dovrebbe andare a beneficio solo di un ristretto gruppo di persone e che gli interessi dei Paesi in via di sviluppo dovrebbero avere la priorità. (riproduzione riservata)


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