Occorre intensificare ulteriormente i rapporti economici tra Cina, Europa e Italia per rispondere al vento del protezionismo commerciale e alla logica dei rapporti bilaterali su cui Donald Trump, presidente degli Stati Uniti, ha indirizzato la politica economica americana, facendo leva sul fatto di essere la prima potenza mondiale.
È stato, in sintesi, il messaggio che Romano Prodi, ex presidente della Commissione europea e del governo italiano, l'italiano più ascoltato dal governo cinese, ha lanciato alla platea di 300 imprenditori e professionisti, riuniti a Milano, per assegnare i China Awards 2019, nella manifestazione promossa da Fondazione Italia-Cina e Class Editori, giunta alla quattordicesima edizione.
L'ex premier non ha nascosto che ancora ci sono «ostacoli da superare e passi in avanti da fare sia da parte europea sia da parte cinese».
D'altronde il mondo si trova nel mezzo di uno scontro commerciale che vede su fronti opposti Pechino e Washington, dietro il quale si staglia un confronto sulla tecnologia. Ma, ha ricordato Prodi, «scienza e tecnologia progrediscono sempre e solo quando ci sono cooperazioni aperte».
Allo stesso modo affrontare la sfida posta dalla Cina in modo positivo è il filo che lega le 28 società italiane e le sei cinesi premiate nella serata di martedì 10, accompagnata da un charity dinner. Quanto raccolto e' andato alla casa famiglia Vittorino Colombo a Xi'an di Ai.Bi.- Amici dei Bambini.
«Se avessimo esitato a investire in Cina non avremo raggiunto i traguardi degli ultimi anni», ha ricordato, aprendo la serata e salutando la presenza dell'ambasciatore cinese Li Junhua, Diana Bracco, vicepresidente esecutivo della Fondazione Italia Cina, e numero uno del gruppo farmaceutico da oltre 1 miliardo di fatturato, che in Cina è attivo nel settore sanitario, vendendo agli ospedali sofisticati impianti per la diagnostica per immagini.
È anche a lui che sia il sottosegretario agli Esteri Ivan Scalfarotto sia l'amministratore delegato e vicepresidente di Class Editori (Paolo Panerai si sono rivolti affinchè i legami sempre piu' stretti tra Italia e Cina permettano di riequilibrare la bilancia degli scambi, ora troppo a favore di Pechino. Un obiettivo che si spera di raggiungere anche per merito della firma del memorandum d'intesa per la partecipazione italiana alla Belt & Road Initiative. «La Cina sta gia' rendendo piu' facili gli investimenti internazionali verso l'Italia», ha sottolineato Panerai, «anche se molto rimane ancora da fare».
«Dal momento che il 40% circa delle esportazioni cinesi vengono generate da imprese multinazionali, io non ho mai pensato che la guerra commerciale in atto tra Stati Uniti e Cina possa superare determinati orizzonti», ha asserito nel suo keynote speech Romano Prodi, «e la guerra tecnologica in atto tra Cina e Stati Uniti esige una mediazione politica saggia e complessa, perche' si tratta del classico caso di contrapposizione tra una grande potenza ascendente e una in risalita».
In questi casi, ha ricordato Prodi, «gli studiosi dicono che negli ultimi sedici casi in cui si e' arrivati a questo punto, dodici volte la situazione e' sfociata in una guerra, mentre in quattro si è trovato un accordo. Mi auguro, anzi, sono sicuro, che finiremo in quest'ultima casistica, anche perche' qualsiasi situazione di tensione politica che sfoci in una guerra distruggerebbe entrambe le parti. Senza contare che una guerra tecnologica pone un ulteriore problema, dal momento che scienza e tecnologia progrediscono sempre e solo quando ci sono cooperazioni aperte».
Con l'insediamento della nuova Commissione Europea Prodi si è detto meno pessimistain merito al fatto che gli interessi dei singoli Paesi che compongono l'Unione vengano contenuti assieme in modo piu' concreto rispetto a quanto e' avvenuto nel recente passato.A questo proposito Prodi ha fatto un appello alla Cina perché non pratichi la politica di divisione dell'Unione Europea, fomentando la politica ultranazionalista portata avanti dal cosiddetto patto di Visegrad tra 17 paesi, dell' Europa Orientale,i meno ricchi ma anche quelli che beneficiano maggiormente dei fondi europei per lo sviluppo.
«Tuttavia, manca ancora un pronunciamento da parte della politica europea nei confronti della Cina», ha osservato ancora l'ex premier, «in Europa abbiamo la necessità di avere un'azione unitaria" da adottare sul fronte delle relazioni con Pechino. Ci sono ancora problemi da risolvere e passi in avanti da compiere da entrambe le parti, ma se non li faremo otterremo come unico risultato che l'Europa rimarra' frammentata e la Cina isolata».
Nelle relazioni tra Cina, Europa e Italia, Prodi ha osservato che «ci sono ostacoli da superare, passi in avanti da fare sia da parte europea sia da parte cinese. Siccome l'Italia e' inserita in un progetto europeo, di fronte alla Cina non puo' agire come singolo Paese. Quando parliamo di rapporti Italia-Cina bisogna sempre ricordarsi che ci sono 23 cinesi ogni singolo italiano: e' chiaro pertanto che nei rapporti economici su questo fronte l'Italia ha la necessita' di agire come blocco europeo di fronte all'amica Cina», ha concluso.