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Politica

XIV piano quinquennale: dove si posizionano le aziende europee?

La maggior parte delle aziende internazionali che operano in Cina ricadono in una delle tre categorie che la Camera di Commercio Europea ha delineato nel recente rapporto Decoupling: Severed Ties and Patchwork Globalization: business class, economy class e cargo


26/05/2021 11:35

di Carlo Diego D'Andrea*

Cina
Carlo Diego D'Andrea

Presente in ogni aspetto del quattordicesimo piano quinquennale (FYP) cinese, la roadmap politica che guiderà gli obiettivi di sviluppo del paese per i prossimi cinque anni, è una spinta verso l’autosufficienza, riassunta nella strategia “dual circulation”. Sebbene Pechino abbia elaborato tale strategia da tempo, la guerra commerciale Usa-Cina ne ha accelerato lo spiegamento in modo considerevole.

La nozione di autosufficienza alla base della “dual circulation” non rappresenta un desiderio di trionfare interamente sulle imprese straniere. In alcune aree, la Cina è infatti desiderosa di attirare investimenti e tecnologie innovative dall’estero, mentre, in altre, è ambivalente circa i produttori di una determinata merce, purché essi si trovino all’interno del paese. Tuttavia, le imprese straniere che operano nei settori al centro della corsa globale per la superiorità tecnologica, come le apparecchiature di rete o praticamente qualsiasi prodotto dalla “sfera digitale”, sono visti come un impedimento allo sviluppo di robusti “campioni nazionali”, conglomerati e aziende pubbliche di notevoli dimensioni, ed una minaccia per la sicurezza nazionale, e sono quindi sempre meno benvenuti.

Questo posiziona la maggior parte delle aziende internazionali che operano in Cina in una delle tre categorie che la Camera di Commercio Europea ha delineato nel recente rapporto Decoupling: Severed Ties and Patchwork Globalization, rilasciato in partnership con Merics: “business class”, “economy class” e “cargo hold”.

Business class

La Cina è desiderosa di svolgere la produzione di beni in settori che richiedono tecnologie straniere avanzate entro i propri confini, per promuovere il potenziamento industriale del paese. L’industria chimica, in cui i produttori cinesi possono soltanto scalare la catena del valore avendo accesso a prodotti all’avanguardia esteri, è un esempio lampante di tale obiettivo. Sebbene Pechino preferisca che le società chimiche straniere introducano la loro tecnologia attraverso joint ventures (JVs) autorizzate, la rimozione delle restrizioni sulla proprietà messa in atto dal governo centrale, che ha consentito il 100% di investimenti stranieri nell’industria chimica nazionale, dimostra l’approccio pragmatico delle autorità locali: accogliere i posti di lavoro creati da tali investimenti e le tasse derivanti dagli stessi e, al contempo, rafforzare la capacità interna di resistere a potenziali crisi commerciali future.

Economy class

In molti settori, i policy-makers cinesi sembrano sempre più ambivalenti circa l’origine degli investimenti. La maggior parte dei beni business-to-consumer (B2C) rientrano in questa categoria per due ragioni; in primo luogo, qualsiasi interruzione d’accesso a tali beni di consumo causata da eventuali misure politiche interesserebbe soltanto un prodotto o una gamma di prodotti specifici. Sebbene ciò limiterebbe la scelta dei consumatori e ne ridurrebbe il consumo, sarebbe molto meno dannoso rispetto ad un negato accesso ai beni business-to-business (B2B), il quale andrebbe a colpire numerosi settori. In secondo luogo, molti consumatori richiedono beni europei di alta qualità, indipendentemente dal fatto che siano importati o prodotti in loco, ragione per cui i policimakers cinesi sono disposti ad accogliere tali investimenti, le entrate fiscali che ne derivano ed i posti di lavoro che creano.

Il settore automobilistico si posiziona perfettamente nella economy class. I consumatori cinesi vogliono auto europee, soprattutto quelle di alta gamma. Se un acquirente cinese può permettersi un’auto da 80.000 euro, è probabile che lo stesso sia anche disposto a pagare le eventuali tariffe imposte su un’auto importata. Fabbricare tali automobili in Cina impiega non soltanto i lavoratori dello stabilimento automobilistico in cui vengono prodotte, ma anche un vasto numero di dipendenti assunti dai fornitori di componenti.

The cargo hold (in stiva)

Nelle aree in cui restrizioni d’accesso al mercato rimangono invariate dove la politica industriale sostiene i campioni locali, le aziende straniere dovranno augurarsi il meglio ma pianificare per il peggio. I settori presi più di mira dalle misure protezionistiche degli Stati Uniti sono anche quelli più vulnerabili.

Le società cinesi di apparecchiature di rete, per esempio, sono state duramente colpite dalle misure statunitensi, soprattutto nel 5G, le quali non solo hanno bloccato le esportazioni di semiconduttori americani ma hanno anche tagliato l’accesso al mercato ai fornitori cinesi. In Cina non vi sono attualmente restrizioni d’accesso sulla carta, ma una quota di mercato tristemente bassa delle aziende europee del 5G lascia intendere che il governo ne stia tenendo la parte preponderante per le proprie imprese, spesso con il pretesto della sicurezza nazionale e della protezione delle “infrastrutture informatiche critiche”. L’eventuale intensificarsi della rivalità tra Stati Uniti e Cina non potrà che peggiorare questa tendenza.

Pertanto, leaders aziendali europei decisi a prendere in esame il 14FYP e ciò che la “doppia circolazione” comporta per la propria azienda, dovranno innanzitutto identificare la categoria nella quale si posizionano. Se dispongono della tecnologia e del know-how giusti, potranno collocarsi in “business class” con tutti i vantaggi che ne conseguono. Coloro i quali operano in settori non controversi come i beni di consumo potranno aspettarsi di essere trattati con benevola negligenza in “economy class” e di essere perlopiù lasciati a svolgere le proprie attività commerciali. Leaders in settori più controversi dovranno invece prepararsi ad un netto peggioramento delle condizioni operative e, mentre si posizionano in stiva, dovranno disporre di un piano di emergenza nel caso in cui vengano improvvisamente scaricati dal velivolo. (riproduzione riservata)

*Avvocato


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