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Confagricoltura, dopo l'MoU con la Cina agire sull'Italian Sounding

Per l'associazione il memorandum d'intesa offre grandi opportunità al Made in Italy. L’export italiano nel settore agroalimentare è passato da 26 a 41 miliardi di euro a livello mondiale, ma oggi il mercato cinese rappresenta solo l’1%. E dalla Cina, la penisola importa molto più di quello che esporta sul mercato cinese.


25/03/2019 15:07

di Massimiliano Giansanti - Class Editori *

Confagricoltura saluta il MoU Italia-Cina
Massimiliano Giansanti

Il memorandum Italia-Cina offre grandi possibilità per l’esportazione delle eccellenze dell’agroalimentare “Made In Italy”, come gli agrumi e le carni suine. L’export italiano nel settore agroalimentare è passato da 26 a 41 miliardi di euro a livello mondiale, ma oggi il mercato cinese rappresenta solo l’1%.

Per quanto riguarda invece il fronte dell’import agroalimentare italiano dalla Cina, l’Italia importa molto più di quello che esporta sul mercato cinese. Oltre il 60% delle importazioni sono concentrate sugli ortaggi freschi e trasformati, per un valore di 120 milioni di euro circa e prodotti ittici, vari a ulteriori 98 milioni di euro.

Dobbiamo ricordare che si tratta di accordi a livello europeo che portano un vantaggio competitivo non solo all’Italia ma all’intero comparto agroalimentare europeo, si stimano infatti crescite a doppia cifra per tutti nostri prodotti. È importante far leva su questa occasione in modo concreto e compatto, valorizzando con sempre maggiore forza le eccellenze italiane.

Mi auguro che il memorandum possa essere un primo concreto passo di apertura verso un mercato grande, per dimensione e potenziale, come quello cinese. In questa fase è fondamentale, però, che le nostre produzioni di qualità vengano tutelate da imitazioni come quelle dell’Italian Sounding, mediante l’inserimento di norme e regole. Il tema della tutela è centrale, Confagricoltura è impegnata da tempo a lavorare sulla riconoscibilità ma anche sulle norme che regolano gli scambi tra paesi.  

L’Italia non esporta al momento molto in valore di agrumi e di carni suine. Secondo i dati più recenti di Ismeamercati, il saldo commerciale agroalimentare Italia-Cina è stato positivo per 54,4 milioni di euro nel 2018, anche nel 2017 il saldo delle partite commerciali era positivo per 35 milioni di euro. Nel 2016 invece si era registrato un deficit.

I dati Istat d’altro canto ci danno una prospettiva diversa, in quanto includono l’export di lana dalla Cina verso l’Italia. Se prendiamo come riferimento l’Istat pertanto, la bilancia commerciale ha un saldo negativo di 150 milioni circa.

In termini di rilevanza dei prodotti, l’export agroalimentare italiano è concentrato sul vino, che è il principale prodotto agroalimentare esportato in Cina ormai con oltre 120 milioni di euro di valore. Quello del vino è un settore cruciale per l’agroalimentare italiano, anche per questo Confagricoltura sarà presente a Vinitaly 2019 in programma a inizio aprile.

*Presidente di Confagricoltura 


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