Il prosciutto San Daniele conquista i mercati orientali. Nella prima metà dell'anno l'export oltre i confini dell'Unione europea è cresciuto del 10%. Tra le destinazioni che registrano gli incrementi più consistente molte sono nell'area dell'Asia e del Pacifico. Anche per merito dell'accordo di libero scambio siglato con l'Unione europea le importazioni verso il Giappone sono cresciute del 29%. Percentuali simili (+28%) si registrano in Australia, mentre la Cina ha totalizzato un incremento del 14%. Il mercato nel quale si è registrato il trend più elevato è quello canadese.
Le importazioni sono più che triplicate, anche per effetto dell'entrata in vigore del Ceta, l'accordo di libero commercio chiuso con l’obiettivo di rafforzare le partnership commerciali ed economiche, agevolando gli scambi attraverso l’abolizione e la riduzione dei dazi, e garantendo norme che tutelano e forniscono vantaggi e opportunità a tutti i soggetti coinvolti.
Sul totale delle esportazioni le quote dei mercati extra UE fanno registrare risultati positivi e promettenti pari il 46% del totale esportato (rispetto al 43% dello stesso semestre del 2018), a fronte di una leggera flessione dell’export nei Paesi dell’Unione che passa al 54% (rispetto al 57% dei primi sei mesi del 2018), confermando l’andamento della riduzione del margine tra le due aree geografiche.
L’entrata in vigore di accordi bilaterali di libero scambio tra UE e Paesi Terzi rappresenta sicuramente un vantaggio positivo per il settore dell’agroalimentare italiano. Lo dimostrano i risultati ottenuti dalla DOP Prosciutto di San Daniele in Canada e Giappone”, ha spiegato Mario Emilio Cichetti, direttore generale del Consorzio del Prosciutto di San Daniele, “grazie a tali accordi, il Prosciutto di San Daniele ha la possibilità di essere presenti in diversi mercati in modo tutelato. Si confermano dunque risultati positivi nelle esportazioni, in particolar modo nel mercato extra europeo”.
Per quanto riguarda le esportazioni verso i Paesi dell’Unione Europea, si registra una leggera flessione del 3%, rispetto al periodo gennaio – giugno 2018. Ma i risultati decisamente positivi in alcuni mercati come Grecia (+192%), Belgio (+39%) e Lussemburgo (+3%) controbilanciano il rallentamento in Francia (-8%), Germania (-8%) e Regno Unito (-10%).