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Azienda Agricoltura

Invitalia porta il latte sardo di Alimenta sul mercato cinese

Firmato un contratto di sviluppo da 41 milioni di euro per la realizzazione di un nuovo stabilimento produttivo a Borore, in provincia di Nuoro. Entro il 2022 verranno prodotte 10.400 tonnellate di latte in polvere infant formula a base di latte ovino, caprino e vaccino e 3.400 tonnellate di formulati base. I prodotti partiranno dall'isola già confezionati in barattoli verso la Cina.


12/07/2019 13:07

di Mauro Romano - Class Editori

Invitalia porta il latte sardo in Cina
Domenico Arcuri, ad di Invitalia

Per la Sardegna la Via della Seta diventa la Via del Latte. Il gruppo Alimenta e Invitalia hanno siglato un contratto di sviluppo da 41 milioni di euro per produrre latte in polvere per bambini destinato al mercato cinese.   I legami tra Alimenta e l’oriente d’altronde sono consolidati. La società è controllata la 60% da Hong Kong e al 40% dal gruppo immobiliare sardo Cualbu

Il progetto per il quale, come riferito da classxhsilkroad.it lo scorso febbraio, la regione Sardegna ha stanziato 2,1 milioni, prevede la realizzazione di un nuovo stabilimento produttivo a Borore, in provincia di Nuoro. 

Il nuovo sito sarà tecnologicamente all’avanguardia: oltre la metà degli investimenti, infatti, rientrano nelle innovazioni del piano nazionale Industria 4.0. Verrà quindi completamente sostituita l’attuale sede produttiva, ormai non più compatibile con i programmi di crescita dell’azienda e con il livello qualitativo dei prodotti.

 Il piano di sviluppo porterà alla creazione di 29 nuovi posti di lavoro, che a regime diventeranno 80. Ci saranno inoltre ricadute positive sull’intera filiera e sull’indotto, costituito dagli allevatori sardi e dai produttori locali attivi nel settore della trasformazione lattiero-casearia, da cui Alimenta acquista il siero.

 Entro il 2022 verranno prodotte 10.400 tonnellate di latte in polvere infant formula a base di latte ovino, caprino e vaccino e 3.400 tonnellate di formulati base. I prodotti partiranno dall'isola già confezionati in barattoli e approderanno tutti nella Repubblica popolare.

“Abbiamo sempre creduto", dichiarano i soci cinesi e italiani di Alimenta, "in questa iniziativa che rappresenterà nel comparto Infant Formula ovino e caprino una eccellenza e unicità nel panorama produttivo italiano e che destinerà l’intera produzione all’export verso la Cina e altri mercati asiatici. Ringraziamo la Regione Sardegna e il Ministero dello sviluppo economico che hanno sostenuto l’iniziativa e sottolineiamo la grande professionalità e tempestività con cui Invitalia ha istruito e approvato il contratto, che risulterà strategico per l’intera filiera del latte della Sardegna”.

 Negli ultimi anni in Cina la richiesta di latte in polvere per bambini è aumentata notevolmente: dalle 123.000 tonnellate del 2014 si è passati alle 303.000 del 2017. Le stime per il 2018 evidenziano che la quantità di latte in polvere per neonati importato dal paese asiatico ha superato le 330.000 tonnellate (+9% rispetto al 2017), per un valore di oltre 4 miliardi di dollari. E il trend non sembra arrestarsi: secondo le previsioni il mercato cinese del latte in polvere varrà 5 miliardi di dollari nel 2023, con una crescita di circa il 25% rispetto al 2018.

La quota di import di latte in polvere si spiega anche con la maggior fiducia che i consumatori cinesi ripongono nei prodotti stranieri, per via degli scandali alimentari nel settore, risalenti a 10 anni fa. Secondo i dati di Euromonitor International, il mercato del latte in polvere per neonati crescerà in Cina del 21% raggiungendo i 32 miliardi di dollari nel 2023. La commercializzazione è però legata a regole stringenti. Occorre infatti la registrazione del prodotto, prevista dalla China Food and Drug Administration.

 “Questo progetto", ha spiegato Domenico Arcuri, amministratore delegato di Invitalia, "conferma che in Italia è possibile attrarre investimenti esteri anche nelle zone in difficoltà economica, in cui la crisi ha portato alla dismissione di impianti produttivi e alla perdita di posti di lavoro. Grazie a un incentivo come il contratto di sviluppo, che semplifica le procedure e accelera i tempi, sosteniamo le aziende che puntano sull’innovazione e sulla crescita occupazionale”.


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