Il 2018 è stato un anno da record per le esportazioni di prodotti alimentari italiani in Cina. Il valore dell’export ha raggiunto i 450 milioni di euro, quasi triplicato rispetto a 10 anni fa. A fornire i dati è la Coldiretti. Il balzo del 260% delle esportazioni agroalimentari è spiegato con il progressivo cambiamento dello stile di vita nella Repubblica popolare.
A primeggiare nella classifica dei prodotti made in Italy graditi al palato dei consumatori cinesi è il vino. Stando alla stime dell’associazione degli agricoltori, lo scorso anno le esportazioni sono ammontante a 130 milioni di euro. I vini italiani hanno superato quelli spagnoli. Il Paese è quindi salito al quarto posto nella classifica dei principali esportatori, confermandosi come uno dei pochi in crescita
Permangono tuttavia ostacoli e barriere. Se infatti è stato rimosso nel 2016 il bando sulle carni suine italiane e nel 2018 le frontiere si sono aperte in Cina per l`erba medica italiana, al momento per quanto riguarda la frutta fresca, scrive la Coldiretti, “l`Italia può esportare in Cina solo kiwi e agrumi mentre sono ancora bloccate le mele e le pere oggetto di uno specifico negoziato.
Il governo si sta muovendo. La visita a Pechino del ministro delle politiche agricole Gian Marco Centinaio, lo scorso gennaio è servita a rafforzare la collaborazione. “Nel quadro dei nostri rapporti con la Cina, il settore agroalimentare ha un'importanza crescente. Inoltre, abbiamo sollecitato la controparte a concludere presto l'intesa sul riso da risotto nonché quella sulle carni crude negoziata dal Ministero della salute. Infine, ci siamo impegnati a far progredire la nuova trattativa sulle pere. Proseguiamo su questa strada, sostenendo in maniera forte e concreta i nostri produttori” aveva spiegato il ministro.
La seconda nota dolente evidenziata dalla Coldiretti è la necessità di riequilibrare i rapporti commerciali. Le importazioni dalla Cina superano di un terzo le esportazioni anche se nel 2018 si è registrato un calo del 20% dell’import di derivati dal pomodoro, merito delle nuove norme sul’obbligo di indicare in etichetta l’origine di pelati, polpe, concentrato e degli altri derivati.